Elio Germano: “Interpretare Berlinguer è stato un viaggio nelle profondità di un uomo segnato da lotte interiori, ma anche da un’immensa forza morale. Volevo restituire la complessità di un leader che non ha mai perso di vista i suoi ideali, nonostante fosse immerso in una politica che andava in pezzi.”
Il regista Segre: “Con questo film non intendo glorificare né demonizzare Berlinguer, ma raccontare un’epoca che si è scontrata con i propri limiti. È una riflessione sul fallimento di un sistema politico e sugli ideali che non hanno trovato spazio nella realtà.”
Berlinguer, La Grande Ambizione di Andrea Segre, in apertura della Festa del Cinema di Roma, tenta di trasmettere il senso di frustrazione e disillusione di un uomo che ha cercato di guidare il suo partito attraverso una crisi morale e politica profonda.
Il film, ambientato in un’Italia lacerata, esplora la complessità di un uomo che ha cercato di far convivere i propri ideali con una realtà sempre più distante da essi. L’omicidio di Aldo Moro e la crescente violenza delle Brigate Rosse segnano il declino di una fase storica, in cui sembrava possibile un dialogo tra il mondo comunista e quello democristiano. Ma, come mostra il film, quell’incontro non avvenne mai davvero.
Il regista non propone una lezione di storia, ma piuttosto si addentra nei resti di un sogno mai realizzato: un socialismo democratico che avrebbe potuto trasformare l’Italia. Tuttavia, si scontra con un sistema di potere dominato da logiche cristallizzate e dalla Guerra Fredda. L’illusione di un “compromesso storico” tra PCI e Democrazia Cristiana si infrange contro gli interessi incrociati, lasciando Berlinguer intrappolato in un mondo che non era più in grado di accogliere il cambiamento che lui auspicava.
Segre ritrae un Berlinguer come un uomo stanco, che si rende conto che il suo sogno di giustizia sociale sta diventando sempre più irrealizzabile. L’accordo tra Democrazia Cristina e Partito Comunista, che avrebbe potuto ridisegnare il futuro dell’Italia, non è mai stato realizzato, e ciò che rimane è solo il fallimento di un progetto politico.