“Super Happy Forever”, il film di Kohei Igarashi presentato oggi pomeriggio alle Giornate degli Autori alla Mostra internazionale del Cinema di Venezia, ci sfida con una domanda apparentemente semplice: cos’è davvero la felicità? E soprattutto, cosa può renderci “super felici per sempre”? Potrebbe bastare un seminario sulla felicità, condividere una zuppa take-away sul marciapiede con la persona amata, o forse costruire una vita in un paese straniero con un lavoro onesto? Il regista sembra suggerirci che la felicità, per quanto fugace, ha il potere di resistere nel tempo.
Una Trama Collettiva e Riflessiva
Il film si distingue per la sua narrazione delicata, fatta di dialoghi essenziali e lunghi silenzi, arricchiti da immagini limpide e personaggi profondamente autentici. La trama è frutto di un processo creativo collettivo che ha coinvolto il regista Kohei Igarashi e i due attori principali, Hiroki Sano e Yoshinori Miyata. Tutto nasce nel 2018, quando Sano e Miyata propongono al regista di costruire un film attorno alle loro stesse vite. Il progetto prende forma nel corso di cinque anni, attraversando anche la difficile parentesi della pandemia di Covid-19.
Un episodio particolarmente toccante per Igarashi segna la svolta emotiva del film: la perdita improvvisa di un caro amico nel 2021. Questa esperienza di lutto, così difficile da elaborare, diventa il cuore pulsante di “Super Happy Forever”, trasformandolo in una riflessione intima sulla fragilità della vita e sulla persistenza dei ricordi felici.
Un Hotel Demodé e una Storia d’Amore Interrotta
L’ambientazione del film è Atami, una località balneare un tempo in voga e ora un po’ fuori moda, ma riscoperta dai giovani giapponesi dopo la pandemia. Qui, tra arredi vintage e colori tenui, si muovono Sano e Miyata, due amici che affrontano il dolore della perdita in modi diversi. Sano è devastato dalla morte improvvisa della moglie Nagi, e la sua vita sembra sospesa nel vuoto. Indossa una maglietta con la scritta “Umbro” in caratteri cubitali e si trascina senza meta, cercando di riempire il vuoto con gesti privi di senso.
Miyata, invece, cerca conforto partecipando a un seminario sulla felicità chiamato “Super Happy Forever”, ma anche qui, le risate e gli esercizi di gruppo non riescono a colmare il dolore della perdita. La ricerca di un semplice berretto rosso con visiera, perso dalla moglie cinque anni prima, diventa per Sano un simbolo del suo desiderio di ritrovare quel frammento di felicità che sembra perduto per sempre.
Un Incontro con il Passato
L’apparizione di An, una giovane inserviente vietnamita interpretata da Hoang Nh Quynh, porta la storia a un momento di svolta. La macchina da presa ci conduce, attraverso un lungo piano sequenza, in un flashback di cinque anni prima, quando Nagi e Sano si incontrano per la prima volta proprio in quell’hotel. L’atmosfera cambia, e lo spettatore è trasportato in un momento di tenerezza e romanticismo, in cui i due protagonisti condividono una ciotola di noodle sul marciapiede, un gesto semplice che Nagi aveva dichiarato capace di renderla “super happy forever”. Questo momento, anche se appartenente al passato, continua a vivere nella memoria e nei piccoli dettagli, come il berretto rosso.
“Super Happy Forever”: Una Preghiera alla Felicità
Il titolo stesso del film, spiega Igarashi, è una sorta di preghiera: un desiderio universale di felicità eterna, un anelito che accomuna tutti, persino coloro che affrontano le difficoltà e le delusioni della vita. La colonna sonora, con la presenza ricorrente di “Beyond the Sea” di Bobby Darin, contribuisce a creare un’atmosfera nostalgica e malinconica, che ben si sposa con l’estetica rétro di Atami.
Una Squadra Giovane e Affiatata
Il cast, benché ristretto, è composto da attori che hanno contribuito in modo significativo alla genesi del film, rendendo i personaggi straordinariamente autentici. Kohei Igarashi, classe 1983, porta con sé una solida esperienza cinematografica, con opere presentate in festival internazionali di rilievo. Hiroki Sano e Yoshinori Miyata, con le loro interpretazioni sincere, danno vita a una storia che, nonostante il dolore che la pervade, riesce a toccare il cuore degli spettatori.
“Super Happy Forever” non è solo un film sulla perdita, ma anche una riflessione sulla memoria, sulla capacità di mantenere vivi i momenti felici e sull’importanza di trovare la felicità nelle piccole cose. Una pellicola che lascia un’impronta duratura, ricordandoci che la felicità, per quanto effimera, può continuare a esistere nei nostri cuori, per sempre.