Nella quiete agostana di Civita Castellana, tra le antiche mura del Chiostro di San Francesco, si prepara a sbocciare una nuova edizione del CivitaFestival, in programma dal 23 agosto al 5 settembre. Ma non aspettatevi la solita parata di eventi culturali. Questa 36ª edizione, sotto la direzione artistica di Fabio Galadini, sembra voler scuotere la polvere del tempo, risvegliando i luoghi e le storie di una terra che ha visto secoli passare, ma non ha mai dimenticato le sue radici.
Immaginate di camminare tra le pietre del Chiostro, con la sensazione che ogni nota, ogni parola recitata, non sia solo una performance, ma un dialogo con il passato. Questo è il CivitaFestival 2024: un viaggio attraverso l’anima di un territorio che parla attraverso le voci di artisti che, con il loro talento, ridanno vita a un’epoca.
A dare il via a questa immersione nell’arte sarà l’Orchestra Sinfonica del Conservatorio di Roma Santa Cecilia, quasi a voler ricordare che la musica classica non è solo un’eco del passato, ma un ponte verso il futuro. E non mancheranno le sorprese: dai suoni jazz di Mario Corvini che omaggia Nino Rota, ai giovani talenti come Francesco Ricci, che ci condurrà in un recital che sfida i confini del ‘900 musicale.
Non è solo musica, però. Il teatro e la danza diventano qui strumenti di esplorazione, con spettacoli come Le nostre folli capriole nel sole, che ha trionfato al Roma Fringe Festival 2024, o Ismael di Massimiliano Frateschi, che incarna la sfida e la speranza di un’intera generazione di artisti.
E poi, come in un racconto sussurrato al tramonto, arrivano le Polveri sonore di Agostino Di Scipio e Stefano Zorzanello, che con le loro sperimentazioni acustiche ed elettroniche, ci trasportano in un mondo di suoni che sembra provenire dalle profondità della terra stessa.
Non mancano neanche le arti visive, con la mostra Ibridazioni di Alfredo Anzellini, che ci ricorda come l’arte sia, in fondo, un processo di continua trasformazione e mescolanza, proprio come questa terra di Falisci, dove passato e presente si fondono in un abbraccio inestricabile.
In un’epoca in cui l’intrattenimento spesso perde di vista il significato più profondo, il CivitaFestival ci invita a fermarci, ad ascoltare e a guardare con occhi nuovi. Non è solo un festival: è un respiro, un modo per ricordarci che l’arte non è mai fine a sé stessa, ma un’eterna ricerca di senso.
La Tuscia, con il suo cuore antico e la sua anima vibrante, è pronta ad accogliere chiunque voglia partecipare a questo dialogo senza tempo.