Il 7 luglio arriva per Rock in Roma Cat Power con il suo tributo personale a Bob Dylan. Lo scorso novembre, ‘l’artista statunitense ha incantato il pubblico della Royal Albert Hall di Londra con una rievocazione magistrale di uno dei concerti più leggendari della storia. Originariamente tenutosi alla Manchester Free Trade Hall nel maggio del 1966, ma noto come “Concerto della Royal Albert Hall” a causa di un bootleg erroneamente etichettato, il concerto segnò il passaggio iconico di Bob Dylan dall’acustico all’elettrico, suscitando la rabbia dei puristi del folk e cambiando per sempre la traiettoria del rock and roll.
Sul palco dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone (Cavea), Chan Marshall, in arte Cat Power, ripropone live quello straordinario concerto. Con Cat Power Sings Dylan: The 1966 Royal Albert Hall Concert, ll-artista non solo omaggia l’influenza di Dylan, ma infonde nuova vita a molte delle sue canzoni più amate.
“Più di ogni altro cantautore, le canzoni di Dylan mi hanno parlato e ispirato fin da quando le ho sentite per la prima volta a 5 anni,” ha dichiarato Marshall che ha sempre dimostrato una particolare affinità per il cantautore-poeta.
Come rivelato nell’album “Cat Power Sings Dylan: The 1966 Royal Albert Hall Concert”, Marshall si è avvicinata ad ogni brano della scaletta con un profondo rispetto e una sincera comprensione della natura delicata dell’interpretazione delle canzoni. “Quando qualcuno esegue una cover di una canzone che ami, c’è il potenziale che ti regalino qualcosa di indelebile a causa del loro modo di eseguirla, della loro voce, del modo in cui percuotono o canticchiano una particolare linea”, spiega Marshall.
“Una canzone cambia quando qualcun altro la interpreta, che si stiano sforzando di rimanere fedeli alla versione originale o meno.” Nonostante l’ansia prima dello spettacolo, come ammette Marshall dicendo “avevo paura di affrontare l’intero concerto, ma solo perché si ha paura di qualcosa non significa che non andrà bene”, un certo senso di devozione l’ha accompagnata per tutta la serata.
Racconta Marshall:” Avevo e ho ancora un profondo rispetto per l’uomo che ha creato così tante canzoni che hanno contribuito a sviluppare il pensiero consapevole in milioni di persone, plasmando il modo in cui vedono il mondo”, afferma Marshall. “Quindi, anche se le mie mani tremavano così tanto che dovevo tenerle nelle tasche, provavo un autentico senso di dignità. Per me era davvero un onore trovarmi lì.”