Particolarmente evidente è il carro del Circolo Mario Mieli, l’associazione LGBTQIA+ che ha organizzato il Pride fin dalla sua prima edizione nel 1994, con lo slogan “MAI ZITT3 – Non ci silenzierete mai”. Questo è una risposta alla violenta campagna di Atreju che ha attaccato intellettuali, giornalisti e conduttori televisivi non graditi dall’attuale maggioranza di Governo. È un carro insolito che, per la prima volta in 30 anni di Pride, non è centrato esclusivamente sulle rivendicazioni LGBTQIA+ ma abbraccia anche i nostri alleati che nel corso degli anni hanno sostenuto e difeso le nostre rivendicazioni contro il silenziamento delle Istituzioni. Sul carro si vedono le figure di Formigli, Littizzetto, Fazio, Bortone, Scurati, Gruber, Saviano e Ranucci.
“È il nostro tributo doveroso, ma soprattutto desiderato, a coloro che in questo momento sono sotto attacco per difendere la libertà di parola e l’informazione,” ha dichiarato Mario Colamarino. “Scenderemo tutti in piazza con i nostri volti, i nostri corpi e soprattutto le nostre voci. Non potranno mai silenziarci.”
Annalisa ha aggiunto: “Le battaglie e l’informazione sono fondamentali. Venendo da un piccolo paese ligure di 5.000 abitanti in provincia di Savona, mi rendo conto che in molte province c’è ancora molta ignoranza su eventi come questi. È essenziale partire da lì, continuando con forza e dedizione a informare tutti. Il concetto chiave è che ognuno deve poter vivere la propria vita come desidera, purché sia felice e tutte le persone coinvolte siano felici. Questo principio di totale accoglienza deve essere pienamente tutelato, risolvendo i problemi che ancora persistono.”
Queste parole ci ricordano che la libertà di espressione e il diritto a essere informati sono pilastri della nostra società, ma spesso diamo per scontato che siano garantiti ovunque. La realtà ci mostra invece che ci sono ancora molte aree dove queste libertà sono minacciate. È nostro compito collettivo vigilare, educare e agire affinché ogni individuo possa vivere liberamente e consapevolmente. Solo così potremo costruire un futuro in cui la diversità e la felicità di ciascuno siano veramente rispettate e protette.