Nella notte dei David di Donatello in cui doveva trionfare Paola Cortellesi (con ben 19 nomination porta a casa sei statuette), a rubare la scena è il costumista veneto Sergio Ballo premiato insieme a Daria Calvello per Rapito di Marco Bellocchio. Una serata surreale e fuori dagli schemi, finalmente, come non si vedeva, anzi si ascoltava, da tempo.
La produzione Rai prende l’incredibile decisione di assegnare i David alle cosiddette categorie minori (scenografia, costumi, montaggio, ecc…) nei teatri di posa di Cinecittà, quindi assolutamente distanti dal palco e dalla platea dove invece sono stati piazzati attori, registi e produttori, come fossero una categoria sopraelevata agli altri, quando chi lavora nel cinema sa benissimo che non c’è prodotto più corale di quello del cinema.
Nel momento in cui devono essere premiati i costumi, la scena che si presenta è assurda. In una sorta di pianerottolo stretto, Biggio (il valletto) presenta i candidati in una specie di sottoscala mentre tutti quelli che sono stati nominati sono seduti o in piedi addossati ad una ringhiera o su degli scalini, in un mezzo buio.
Ballo e la Calvelli vengono chiamati quali vincitori e mentre emergono dal nulla, Ballo sbraita immediatamente. “Che ne facciamo di questa statuetta? La tagliamo in due? Che tirchieria! Potevate anche darcene due”. Biggio non sa cosa dire, arriva un applauso lontano, e Ballo prende coraggio per continuare. “Io sono abbastanza arrabbiato. Ci hanno messo qua sulle scale come Wanda Osiris mentre avremmo preferito dividere con i nostri colleghi in sala questo premio e questo lavoro”. Poi viene interrotto ma prosegue. “Purtroppo il nostro lavoro di costumisti e scenografi viene considerato il lavoro delle vetriniste e delle domestiche ed è una cosa che non deve succedere”.
E poi parte un discorso da brivido per il quale attendiamo conseguenze. “Volevo dedicare questo premio ad una amica che non c’è più. Stefania pochi giorni prima di morire ha voluto darmi il taled (scialle di preghiera ebraico) di suo nonno morto ad Auschwitz il 30 maggio de 1944 pochi giorni prima che gli alleati entrassero a Roma. L’hanno preso per una spiata italiana. Questo mi riporta a un discorso generale sul film di Marco che ho voluto disperatamente fare.
E sul caso di Edgardo Mortara (su cui il film è ispirato), il piccolo ragazzino che morì in Belgio poche settimane prima che i nazisti lo invadessero”. “Stringo stringo, ma non mi si può interrompere”, dice duro Basso, mentre qualcuno vorrebbe farlo smettere. “Nonostante due battesimi le leggi razziali italiane un ebreo sarebbe finito in un campo di concentramento. Oggi è un periodo triste per tutti noi perché c’è un ritorno perverso dell’antisemitismo in quanto l’Europa adesso sostiene la baraonda a cui stiamo assistendo”.
E poi conclude con un intervento che sarebbe stato bene in bocca a qualche professore universitario. “Ora l’Europa è diventata improvvisamente sionista. Dico una cosa corretta, non sto parteggiando per nessuno. Si prende la bandiera del sionismo che però è un concetto molto complesso. Il sionismo può essere anche cristiano, revisionista. Però l’Europa in questo momento continua ad essere antisemita. Ed è una cosa terribile”. Arrivano applausi lontani, poi Ballo deve chiudere, ma resta il ricordo di una serata finalmente politicamente scorretta. Nel mezzo ricchi premi e cotillon e tanta emozione vera per Vincenzo Mollica, David speciale ad un uomo che ha dedicato tutta la sua vita a raccontare film, attori e storie in modo gentile e garbato.
Altro premio a Palazzina Laf diretto da Michele Riondino che mette al centro centro il tema del lavoro, il mobbing e il disastro ambientale. A bocca asciutta La Chimera di Alice Rorwacher e Il Sol dell’avvenire di Nanni Moretti. Premi alla carriera per il giornalista Vincenzo Mollica, il compositore Giorgio Moroder e l’attrice Milena Vukotic. Premio a Anatomia di una caduta, il miglior film internazionale per la regia di Justine Triet.
Passando ai premi Io Capitano è il miglior film italiano del 2024: sette statuette su 15 candidature, compresi fotografia, montaggio, produzione, suono, regia e effetti visivi. Mamadou, uno degli attori, “Ringrazio le Ong che ogni giorno salvano le vite umane sulla terra e nel mare. E infine dico, basta morti in Palestina”.
TUTTI I PREMIATI
MIGLIOR FILM
Io Capitano – Prodotto da Archimede, Rai Cinema, Pathé, Tarantula per la regia di Matteo Garrone
MIGLIOR REGIA
Matteo Garrone per il film Io Capitano
MIGLIOR ESORDIO ALLA REGIA
Paola Cortellesi per il film C’è ancora domani
MIGLIORE SCENEGGIATURA ORIGINALE
Furio Andreotti, Giulia Calenda, Paola Cortellesi per il film C’è ancora domani
MIGLIORE SCENEGGIATURA NON ORIGINALE
Marco Bellocchio e Susanna Nicchiarelli per il film Rapito
MIGLIOR PRODUTTORE
Archimede, Rai Cinema, Pathé, Tarantula per il film Io Capitano
MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA
Paola Cortellesi per il film C’è ancora domani
MIGLIORE ATTORE PROTAGONISTA
Michele Riondino per il film Palazzina LAF
MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA
Emanuela Fanelli per il film C’è ancora domani
MIGLIORE ATTORE NON PROTAGONISTA
Elio Germano per il film Palazzina LAF
MIGLIORE AUTORE DELLA FOTOGRAFIA
Paolo Carnera per il film Io Capitano
MIGLIORE COMPOSITORE
Subsonica per il film Adagio
MIGLIORE CANZONE ORIGINALE
“La mia terra” musica, testi e interpretazione di Diodato per il film Palazzina LAF
MIGLIORE SCENOGRAFIA
Per la scenografia: Andrea Castorina – Per l’arredamento: Valeria Vecellio per il film Rapito
MIGLIORI COSTUMI
Sergio Ballo e Daria Calvelli per il film Rapito
MIGLIOR TRUCCO
Enrico Iacoponi per il film Rapito
MIGLIOR ACCONCIATURA
Alberta Giuliani per il film Rapito
MIGLIORE MONTAGGIO
Marco Spoletini per Il film Io Capitano
MIGLIOR SUONO
Presa diretta: Maricetta Lombardo – Montaggio suono: Daniela Bassani – Creazioni suoni: Mirko Perri – Mix: Gianni Pallotto per il film Io Capitano
MIGLIORI EFFETTI VISIVI -VFX
Supervisore VFX: Laurent Creusot – Producer VFX: Massimo Cipollina per il film Io Capitano
MIGLIOR DOCUMENTARIO – PREMIO DAVID CECILIA MANGINI
Laggiù qualcuno mi ama di Mario Martone
DAVID GIOVANI
C’è ancora domani per la regia di Paola Cortellesi
MIGLIOR FILM INTERNAZIONALE
Anatomie d’une chute (Anatomia di una caduta) di Justine Triet – Teodora Film
MIGLIOR CORTOMETRAGGIO
The Meatseller di Margherita Giusti
DAVID DELLO SPETTATORE
C’è ancora domani per la regia di Paola Cortellesi
DAVID ALLA CARRIERA
Milena Vukotic
Giorgio Moroder
DAVID SPECIALE
Vincenzo Mollica