Il biopic “Back to Black” è già il secondo film dedicato alla figura iconica della cantante Amy Winehouse, lmorta a soli 27 anni nel 2011 per avvelenamento da alcolici, . Il primo, diretto da Asif Kapadia nel 2015, ha ottenuto il prestigioso riconoscimento dell’Oscar come Miglior Documentario.
Il trionfo globale (al botteghino e agli Oscar) di Bohemian Rhapsody, una versione edulcorata e insipida della vita di Freddie Mercury,ha generato un’ondata di epigoni (come Respect su Aretha Franklin, Whitney Houston: I Wanna Dance with Somebody, Bob Marley: One Love), come se la vita di una star della musica non potesse sfuggire a questo tipo di narrazione. Nonostante i suoi difetti, almeno Elvis di Baz Luhrmann ha catturato il motivo per cui Presley era irresistibile.
Il biopic “Back to Black” è già il secondo film dedicato alla figura iconica della cantante Amy Winehouse, lmorta a soli 27 anni nel 2011 per avvelenamento da alcolici, . Il primo, diretto da Asif Kapadia nel 2015, ha ottenuto il prestigioso riconoscimento dell’Oscar come Miglior Documentario.
Come accade di solito con questi biopic, anche “Back to Black” traccia l’ascesa e la caduta della cantante di “Rehab” (interpretata da Marisa Abela), il suo tumultuoso matrimonio con Blake Fielder-Civil (Jack O’Connell), la sua battaglia con l’alcolismo e la tossicodipendenza e l’intrusione dei media e dei paparazzi nella sua vita.
Sam Taylor-Johnson, regista del biopic “Nowhere Boy” su John Lennon, ha dichiarato che voleva che “Back to Black” celebrasse il lascito musicale di Winehouse. Non credo che il film ci riesca. La carriera musicale di Winehouse viene messa da parte a favore dei suoi problemi personali. La produzione dei suoi album “Frank” e “Back to Black” viene lasciata fuori dallo schermo, non si riesce a percepire davvero il suo crescente successo, e mancano alcune delle sue canzoni più famose (come “You Know I’m No Good”).
Ho trovato lacune anche nella trama. Lo script è troppo pesante e riduce Winehouse a un personaggio che desidera ardentemente avere figli con Fielder-Civil e affonda la sua solitudine nell’alcol e nelle droghe. La regista non è minimamente interessata al non trascurabile dettaglio che la cantante avesse messo da parte l’ ex marito per dedicarsi a un’altra storia d’amore con Reg Traviss. Ci sono anche battute così imbarazzanti:”Il mio scrittore preferito è Bukowski,” dice Amy a Blake, un uomo che sembra non aver mai aperto un libro in vita sua.
Il film nei suoi stretti vincoli di tempo decide di sacrificare alcuni aspetti per concentrarsi su momenti tragici come ando Amy sotto l’effetto di sostanze, viene costantemente perseguitata dai paparazzi. Non è chiaro come la cantante sia passata dall’essere contraria alle droghe pesanti al consumo di crack.
Anche il padre di Winehouse, Mitch, è coinvolto nel film, senza tuttavia interferire nella narrazione. Con il film di Kapadia fu molto critico, affermando di essere stato dipinto nella pellicola come “avido” e “in cerca di attenzioni”.
La cosa migliore del film è Abela. Non ricorre alla caricatura e interpreta bene i brani di Winehouse. E’ lei che canta, non sincronizza le labbra con una registrazione, e suona molto simile alla realtà. Ha affrontato una sfida quasi impossibile nel interpretare un’icona della musica.
Con il biopic di Sofia Coppola su Priscilla Presley attualmente nei cinema e le vite di popstar come Britney Spears che vengono rivalutate, è evidente che le storie sulle celebrità femminili che subiscono abusi o difficoltà sono popolari. Ma cosa significa questo per Amy Winehouse? “Più di recente, sembrava che [Winehouse] iniziasse a essere ricordata non come una figura puramente tragica ma come un talento generazionale che ha pubblicato due album favolosi. “Back to Black, nelle sale italiane dal 18 aprile con Universal Pictures International Italy,rischia di non onorare quel lascito, ma di ripristinare tutto il rumore denigrante che lo ha oscurato.