Gran Turismo sembra il nome di un videogioco. Non lo è. E’ un adattamento dalla celebre saga dei racing game i e racconta la storia vera di un giovane giocatore di Gran Turismo, Jann Mardenborough, che, vincendo una serie di gare competitive del videogioco, riesce a diventare un pilota professionista nella realtà. Una storia che contiene tutti gli ingredienti giusti per una favola, invece è il frutto di una perfetta operazione di marketing.
La storia vera di un giocatore che diventa un pilota professionista
Nel 2011, quando Mardenborough aveva 19 anni, è stato scelto per partecipare a uno show televisivo creato dalla Nissan e dalla PlayStation con la speranza di creare una sinergia tra due marchi giovanili e spingere le vendite di entrambe le aziende. I concorrenti selezionati a partecipare a Gran Turismo sono stati sottoposti a allenamenti e sfide ad eliminazione diretta su piste reali, con un premio finale che consisteva nell’opportunità di guidare una Nissan in una gara internazionale.
Il gioco, o, come la versione cinematografica di Mardenborough si affretta a specificare all’occorrenza, il simulatore, è un elemento chiave, ma non così importante né per la trama, una volta che il film decolla, né per lo stile visivo del film. Gran Turismo rievoca anche i giorni in cui il suo protagonista si allenava nella casa dei genitori a Cardiff.
Il film per ampi tratti è un lungo spot pubblicitario. A cominciare dalla sequenza di apertura, un promo su come il designer di giochi Kazunori Yamauchi si sia impegnato a creare il simulatore più realistico del mondo per “rendere le corse accessibili a tutti”. Archie Madekwe, che interpreta Jann, sembra essere stato scelto per il suo aspetto adatto ad interpretare drammi adolescenziali più che per la sua presenza sullo schermo. E comunque sembra avere tutte le carte in regola per essere il prescelto.
Naturalmente, deve essere sveglio e imparare velocemente. Ma più di tutto, deve affrontare un notevole pregiudizio da parte dei piloti, e uno in particolare, Nicholas Capa (Josha Stradowski). Capa (e altri) sono contrari che un giocatore si intrufoli in uno sport per “big boys”.
Gran Turismo si basa su una storia vera, il che lo rende ancora più avvincente. Sono scene ben girate, dove l’adrenalina scorre sulle piste.Ma a Sare forma alla storia è il personaggio di Jack Salter (David Harbour ). È un uomo la cui carriera è stata interrotta prematuramente, ma non sappiamo il motivo.
L’entusiasmo sfrenato, con molto da perdere, è il ruolo tagliato su misura per Orlando Bloom, quello del guru del marketing. Nel film appare anche Geri Halliwell Horner (famosa per le Spice Girls) nel panni della madre di Jann. Gli autori del film hanno fatto un ottimo lavoro con gli effetti visivi, in particolare sovrapponendo il videogioco simulato con “scheletri” di auto da corsa. Il suono, la musica, il design di produzione e la cinematografia si fondono per creare un’esperienza mozzafiato.
Si potrebbe obiettare riguardo al film che ogni adattamento è in ultima analisi una mossa di marketing. Ma persino il film Super Mario Bros., estremamente prudente, non sembrava così disperato come Gran Turismo. Certo, Mario era pieno di riferimenti per i fan, ma c’era un certo grado di fiducia in quel film che manca a Gran Turismo. Nintendo non aveva bisogno di promuovere nuove console o giochi attraverso quel film, la sua semplice esistenza promuoveva l’immagine generale dell’azienda.