Piggy, il film spagnolo nelle sale italiane dal 20 luglio, rivela un’amara verità a cui il genere horror ha attinto da sempre con risultati sorprendenti: i bambini possono essere crudeli. Il primo lungometraggio della regista spagnola Carlota Pereda estende il tema del bullismo già affrontano nell’omonimo cortometraggio del 2018. Presentato in anteprima mondiale al Sundance Film Festival del 2022, il film ha vinto il premio per il miglior film horror al Fantastic Fest del 2022.
Sara (Laura Galán), un’adolescente in sovrappeso e piena di complessi, viene presa di mira da una cricca di coetanei ma soprattutto coetanee (tanti saluti alla solidarietà femminile). La ragazza lavora nella macelleria dei suoi genitori in un paesino della Spagna vicino al confine portoghese. Il delicato lavoro di ripresa di Rita Noriega inquadra il corpo di Sara che diventa metafora dell’isolamento inevitabile amplificato anche dai social media dove diventa vittima di cyberbullismo.
Anche l’ex amica di Sara, Claudia (Irene Ferreiro), in cerca di accettazione da parte del gruppo, asseconda il bullismo. La famiglia non è di supporto : sua madre (Carmen Machi) la sminuisce regolarmente, e reagisce alla scoperta del bullismo di cui sua figlia è vittima, non intervenendo per reprimerlo alla fonte, ma costringendola a una dieta a base di insalata, come se Sara avesse da incolpare solo se stessa.
Per lei le mura macchiate di rosso dell’azienda di famiglia – dove gli animali, in una sanguinosa prefigurazione di eventi a venire, vengono sminuzzati per la vendita – è meno irta di pericoli che avventurarsi a fare una nuotata. È un’estate afosa, ma Sara è impacciata in costume da bagno e teme uno scontro con i ragazzi del posto, che la scherniscono con nomi dispregiativi e suoni striduli che richiamano il grugnito dei maiali.
Lasciata senza vestiti, la ragazza si trova costretta a correre in bikini sulla strada per tornare a casa. Ed e’ qui che incontra uno sconosciuto, misterioso e trasandato, (interpretato da Richard Holmes), che aveva già intravisto in piscina, mentre carica su un furgone le tre bulle. Sara stabilisce un contatto visivo diretto con lo strano uomo, non fa nulla per impedire il rapimento, anzi alza una mano in senso di approvazione.
Col passare del tempo, diventa evidente che questo criminale non identificato perseguita Sara che sviluppa una bizzarra cotta per lui, visto che sembra essere il primo uomo che le presta attenzione. Il film sfida gli spettatori a riflettere se la vittima di bullismo Sara meriti meno empatia una volta che diventa ovvio che ha favorito il rapimento e causato forse la morte delle due adolescenti. Sara affronta il senso di colpa per il suo comportamento complice. È costretta a mentire a tutti quelli che la circondano, inclusa la madre sospettosa.
In un modo strano, questa esperienza risveglia qualcosa dentro la ragazza, una forte volontà che prima non possedeva. Fuma erba con Pedro, si masturba sotto le coperte guardando un video porno e mente alla polizia. Il killer psicopatico sembra quasi diventare l’ingombrante protettore di Sara, ma è molto più pericoloso di quanto sembri.
Mentre Piggy entra in un emozionante climax, Carlota Pereda spinge l’acceleratore sul tema dell’ambiguità morale. Nel complesso, Piggy sembra un po’ ruvido, ma questo non fa che amplificare il suo fascino quasi irresistibile. Sara diventa alla fine lo specchio per tutti coloro che sono stati vittima di bullismo.