L’abbiamo vista sul palco dei Nastri d’argento al MAXXI di Roma emozionata accanto al suo collega Massimiliano Caiazzo (Mare Fuori), premiati entrambi dalla Fondazione Nobis, un riconoscimento per il loro talento con il quale hanno saputo lasciare un’impronta in questa stagione cinematografica. Stiamo parlando di Greta Gasbarri, classe 2006, intensa protagonista del film di Ivano De Matteo Mia, alla sua primissima esperienza al cinema. Qualche giorno fa ha ricevuto anche un altro prestigioso premio, quello di Meno di Trenta – Cinema consegnatole nell’ambito della manifestazione Lo schermo è donna a Fiano Romano. Meno di Trenta è un’iniziativa dedicata ai giovani attori e attrici italiani di cinema e serie tv sotto i 30 anni, ideata da Stefano Amadio e Silvia Saitta, un premio che accende i riflettori sulle nuove, talentuose generazioni di artisti.
Un ruolo non certo semplice quello che Greta Gasbarri ha interpretato in Mia, un’adolescente alle prese con il primo amore che si tramuta presto in una relazione tossica con conseguenze drammatiche.
Abbiamo incontrato la giovane attrice e parlato con lei di questa suo primo ruolo e dei progetti futuri.
Questa prima esperienza al cinema è stata una grande prova per te, confrontarti con un argomento così delicato immagino non sia stato semplice…
“Non avevo mai studiato recitazione, quindi è stato tutta una prima prova, prime emozioni, prime esperienze, e mi sono affidata totalmente a Ivano De Matteo perché non sapevo proprio da dove cominciare. Lui mi ha detto di prenderla come un gioco, che mi dovevo divertire anche se il tema del film è drammatico. Ho cercato di fare del mio meglio e mi sembra di aver capito che ho reso bene, è stata una scommessa”.
Una scommessa vinta, Ivano De Matteo ti ha scelta tra tantissime altre candidate, ha dichiarato di aver visto in te da subito Mia…
“È davvero emozionante. Con la figlia di Ivano eravamo amiche d’infanzia, ci eravamo perse, ma poi siamo capitate nella stessa classe al liceo e abbiamo ricominciato a frequentarci. Un giorno ero a pranzo da lei e la madre (la sceneggiatrice del film, Valentina Ferlan) ha proposto a Ivano di farmi un provino e da lì è partito tutto”
Prima interpretazione, primo premio importante, Meno di Trenta è un riconoscimento che celebra le nuove generazioni, come hai preso la notizia della vittoria?
“Mi ha chiamata mia madre per dirmelo, non ero a casa, e ho fatto i salti di gioia per strada. Sono contenta perché mi rendo conto che sono piaciuti sia l’interpretazione che il film, e che ho reso bene il personaggio di Mia, che è arrivato tanto della sua persona e della storia che ha vissuto”.
Ti è capitato di vivere da vicino il dramma di Mia, di parlarne con i tuoi amici e amiche?
“Fortunatamente alle persone più vicine a me non è mai successa una cosa del genere, ma ho visto tante relazioni tossiche intorno a me. Per molte il fatto che il ragazzo sia morbosamente geloso significa che ci tiene, che ti fa sentire importante, ma ovviamente non è così perché quello è solo possesso, “tu sei mia”, come viene detto nel film appunto, sono relazioni tossiche. Credo che Mia abbia fatto capire a molti questa cosa, non vogliamo insegnare niente ma questo film ha accesso i riflettori su una questione così importante”.
Come ti sei trovata con Edoardo Leo e Milena Mancini che interpretano i tuoi genitori nel film e con il quale si è visto un grande affiatamento?
“Con Edoardo Leo mi sono trovata subito molto bene, è molto professionale, e per le scene più d’intesa tra padre e figlia ho portato tanto del rapporto che ho con mio padre, ci siamo presi molto. Con Milena Mancini è stato amore a prima vista, mi ricordo che al primo provino con lei mi ha messo subito a mio agio, abbiamo ripassato insieme la scena. È stata complice per tutto il tempo delle riprese, mi ha aiutata tantissimo, quasi una seconda mamma mi azzardo a dire”.
Come hai vissuto le scene più dure?
“Ivano mi ha supportata tantissimo, è stato molto empatico, delicato, col fatto che ho la stessa età della figlia c’è stato anche un po’ di imbarazzo nel descrivermi determinate scene. Ero in ansia la sera prima di girarle, però poi sul momento pensavo che era un lavoro e dovevo dare il massimo, e così è stato”.
Hai deciso che la recitazione è la tua strada?
“Sì, adesso ho un’agenzia, la Planet, e sto studiando all’Accademia Studio Cinema International, spero di avere delle basi ma di non perdere la spontaneità, credo che sia la cosa più importante non diventare meccanici, e che bisogna entrare nella scena e viverla come se fosse parte della tua vita in qualche modo”.