Zachary Wigon (The Heart Machine), regista acclamato dalla critica, firma Sanctuary, un thriller psicologico, sofisticato e seducente sulla ricerca di potere e controllo e sui ruoli che ricopriamo nelle nostre relazioni più intime.
Nei cinema dal 25 maggio, con Wonder Pictures, al centro del film troviamo un erede facoltoso della catena di hotel del padre, Hal Porterfield ha una lunga relazione professionale con la dominatrice Rebecca Marin (Margaret Qualley, candidata all’Emmy); relazione vantaggiosa per entrambi. Ma all’indomani della morte di suo padre, sta a lui prendere le redini dell’azienda di famiglia e decide quindi di porre fine ai loro incontri. Tuttavia, Rebecca non è molto d’accordo.
Insistendo di aver plasmato lei Hal, rendendolo perfetto per questo nuovo ruolo di leader, Rebecca cerca di sfruttare il suo talento innato per la manipolazione, la seduzione e la coercizione per convincerlo a ripagare equamente il contributo senza prezzo che lei ha dato alla sua crescita. Nel corso di una notte ad alta carica emotiva, tra i due si scatena un tiro alla fune mentale durante il quale l’ago della bilancia del potere si sposta da uno all’altra, poiché ognuno cerca di avere la meglio. Hal non ha speranze? O il comportamento imprevedibile di Rebecca è tutto parte di una messinscena?
Personalità annidate all’interno di altre personalità, un tema ampiamente sfruttato nel cinema ma che in Sanctuary pone le basi per un gioco di potere tra i ricchi e masochisti protagonisti del film, Margaret Qualley (Maid, C’era una volta a… Hollywood) e Christopher Abbott (Comma 22, Possessor). Lo sceneggiatore Micah Bloomberg (Homecoming) si diverte a tessere i suoi fili tematici attraverso vari generi che confluiscono in Sanctuary, che vanno dal thriller erotico all’orrore della possessione alla commedia stravagante. Il risultato è che i pezzi del film reggono miracolosamente una trama che non sembra avventata.
Abbondano i dialoghi taglienti e le osservazioni acute, il tutto tenuto insieme da due eccellenti interpretazioni. Qualley in particolare va elogiata per essere riuscita a tirare fuori in modo credibile quella faccia tosta che il suo ruolo richiede. E’ un film per adulti su cose da adulti. E’ non e’ scontato in questi tempi. In quanto tale, oltre ad essere divertente, avvincente e stimolante, Sanctuary è anche piuttosto audace e sfacciato mentre ci sbatte avanti versioni alternative di noi stessi che incombono sopra di noi. La versione che dovremmo essere, ma non possiamo; la versione che la vita non ci ha mai dato una possibilità onesta di vivere.