Bruce Springsteen arriva a Roma con la E Street Band dopo l’apertura affidata a White Buffalo e Sam Fender e lascia fuori le polemiche sulle mancate parole di solidarietà per l’alluvione e per non aver donato il cachet del concerto di Ferrara agli sfollati dell’Emilia Romagna.
Bruce si fa strada al centro del palco e dà inizio a le consuete tre ore di concerto. Tre le canzoni sottotitolate in italiano sugli schermi giganti, con i messaggi d’amore per i fan (Letter to you, scritta durante il Covid nel 2020). Niente discorsi ad eccezione di un saluto iniziale “ciao Roma” e di quello di commiato “grazie Roma”. Tra i 60mila fan romani c’erano Sting, Nick Cave, Thomas dei Maneskin, Chris Rock, Isla Fisher, Edoardo Leo, Luca Marinelli, Giuseppe Battiston, Nick Mason dei Pink Floyd, Lars Ulrich dei Metallica, Woody Harrelson.
Il Boss esegue molte delle sue canzoni, in totale 28: Because the Night, un inno all’amore, Born in the Usa , e Backstreets e the Last Man Standing. In “Thunder Road”, canta lamentosamente, “Quindi hai paura e pensi che forse non siamo più così giovani”. Subito dopo, però, completa il pensiero con: “Mostra un po’ di fede, c’è magia nella notte”. Con “Ghosts”, fino alla contemplativa canzone finale, “I’ll See You in My Dreams”, Springsteen ha raccontato una storia accuratamente intrecciata della sua vita, della sua band e del suo pubblico da sempre.