“Non smettere mai di sognare”. La frase clou stampata sulla locandina del film coreano di Lee Jang-Hoon, in uscita il 23 marzo distribuito da Academy Two, è già una premessa di intenti. E non è un caso se questo Miracle ricorda tanto un film del 2009, otto volte Premio Oscar, che raccontava un altro miracolo e si intitolava The Millionaire. Se il protagonista del film indiano diretto da Danny Boyle era un ragazzo musulmano delle baraccopoli di Mumbai che riusciva a vincere milioni di rupie partecipando al celebre quiz show: “Chi vuol essere milionario?”, questa volta il personaggio principale è un giovane di nome Joon-kyeong (il bravo Park Jeong-min), un genio incompreso della matematica che vive in un piccolo villaggio di montagna in Corea sognando di diventare un astronomo. Ce la farà? Non facciamo spoiler e dunque non sveliamo l’eventuale happy-end.
Fatto è che questo film, vincitore del premio del pubblico al Far East Film Festival, racconta la storia di un altro sognatore. Anzi un doppio sognatore perché Joon-kyeong vive in un paese dove i treni non si fermano mai. Ci sono i binari, ma manca una stazione e lui sogna di fornire ai suoi compaesani una via di collegamento con il mondo. Per farcela è pronto a tutto perfino a scrivere dozzine di lettere al Presidente della Corea del Sud.
Miracle è dunque una favola moderna, ambientata negli anni ottanta, a metà strada tra commedia e dramma, tratta tra l’altro da una storia vera: la prima stazione ferroviaria privata in Corea fu costruita nel 1988 e si chiamava la “Yangwon Station”. Svolgendosi in un paese molto lontano dal nostro è ancor più impressionante il collegamento con un’altra storia tutta italiana portata al cinema da Calopresti nel film Aspromonte la terra degli ultimi (2019), che raccontava il sogno degli abitanti di Africo, un piccolo paesino arroccato nell’Aspromonte, isolato e abbandonato, di unire le forze e costruire una strada per renderlo raggiungibile.
Come si dice: tutto il mondo è paese. Ma tornando alla Corea e a un altro racconto di un luogo ai margini del mondo, stavolta con i treni al centro della trama (le somiglianze continuano: non dimentichiamo che il treno era un mezzo importante anche in The Millionaire che finiva con un balletto ferroviario stile Bollywood) per un film che funziona soprattutto nella prima parte, ovvero quella più leggera e ironica, complice anche il super personaggio interpretato dall’attrice Lim Yoon-a (nota al pubblico soprattutto per il suo ruolo in Exit) nei panni dell’aspirante musa di Joon-kyeong, innamorata di lui e decisa a dargli una mano nel tentativo di creare una stazione.