White Nose affronta un tabù, l’idea della morte: l’unico modo per davvero vivere la tua vita è sapere che sta per finire. Terribile ed esilarante, poetico e assurdo, ordinario e apocalittico, il film racconta i tentativi di una famiglia americana moderna di affrontare i conflitti della vita quotidiana e allo stesso tempo comprendere i misteri universali dell’amore, della morte e della felicità in un mondo pieno di incertezza. Basato sul romanzo di Don DeLillo. Venezia 79 prende il via con la consegna del Leone d’oro alla carriera a Catherine Deneuve. Alla cerimonia di apertura della Mostra del cinema, la madrina della kermesse Rocio Munoz Morales. Al debutto il primo film in concorso, ovvero “White Noise” di Noah Baumbach dal bestseller di Don DeLillo con Adam Driver.
Il film spinge i suoi personaggi in luoghi incredibilmente oscuri che rivelano ciò che portiamo individualmente dalle nostre storie e ciò che interiorizziamo dal mondo che ci circonda.
Il regista è tornato al top della forma. La famiglia di Jack Gladney, un accademico insicuro che presiede il Dipartimento di Studi Hitleriani in un piccolo college, è composta dalla progenie dei precedenti matrimoni di Jack e della moglie Babette. In questa famiglia adottiva, quindi, Jack è felice: “Calore, rumore, luci, sguardi, parole, gesti, personalità, elettrodomestici. Una densità colloquiale che fa della vita familiare l’unico mezzo di conoscenza sensoriale in cui è abitualmente contenuto lo stupore del cuore .
La vita professionale di Jack è kitsch, in un college composto da esiliati dalla parlantina veloce di New York City, incentrati su Elvis, incidenti stradali, UFO e junk food. Ma la sua vita privata con Babette è beata, offuscata solo dalla paura reciproca che finisca: chi sarà il primo a morire, a interrompere la felicità? A metà film c’è una catastrofe, un “evento tossico nell’aria”, una fuoriuscita di sostanze chimiche che richiede l’evacuazione della città universitaria; durante l’esodo Jack è momentaneamente esposto all’aria nociva, un’esposizione che in seguito lo condannerà a una morte prematura. E anche se la nuvola chimica si disperde, la paura della morte è ormai imminente. Ed è qui che il film scivola verso la deriva paranoica e fantascientifica, rinunciando alla naturalezza delle scene familiari.
In generale, tuttavia, in questo film prevale l’istinto più umano di DeLillo, che si traduce in una ricchezza di scene liriche, toccanti e terrificanti: la famiglia che mangia pollo fritto insieme nella loro macchina; una visita del padre distrutto di Babette; e, in modo indelebile, le descrizioni della “nuvola nera fluttuante, l’evento tossico aereo, illuminato dai chiari raggi di sette elicotteri dell’esercito.
Noah Baumbach trasforma uno scenario catastrofico in un film inquietante