Da tempo il cinema sudcoreano si è affermato grazie a registi creativi ed astuti come Park Chan-wook o Bong Joon-ho solo per citarne alcuni. Quest’ultimo ha raggiunto la perfetta consacrazione con l’immenso successo del suo geniale Parasite. Di fronte a un cinema occidentale che fa troppo affidamento su successi del passato, la proposta sudcoreana, in particolare in termini di film di genere, è diventata il nuovo punto di riferimento per la cinematografia internazionale
Un inserviente, costretto a prendersi cura della madre malata, trova una grande borsa piena di soldi in un armadietto della sauna dove lavora. Ignora però che dietro alla borsa si nasconde un intreccio di storie di spietati malviventi: un doganiere indebitato, un feroce strozzino, un’astuta truffatrice, una giovane escort con un marito violento e un immigrato illegale si danno la caccia nel tentativo di mettere le mani sul denaro. Tra omicidi, tradimenti, colpi di fortuna e sfortuna i loro destini beffardi s’incrociano, cacciandoli in guai sempre più profondi, in un disperato gioco senza esclusione di colpi.
Da una storia di truffa apparentemente abbastanza prevedibile, Con Nido di Vipere, Kim Yong-hoon riesce a tirare fuori una sceneggiatura intelligente che gioca abilmente con una narrativa che ha la struttura a capitoli. Il risultato è un film che decostruisce abilmente le nostre aspettative, ci disorienta per immergerci in un gioco di massacri a tratti esilarante grazie a un umorismo nero succulento e molto ben dosato. Non siamo lontani da uno stile molto tarantinismo, soprattutto nella scelta di realizzare un film corale che riesca a far convivere ritratti diversi di personaggi abbastanza complessi, senza perdersi mai e mantenendo una nitidezza infallibile. Di per sé, la storia non è molto sorprendente, soprattutto perché nasce da una logica molto moralizzante, ma è il modo in cui il regista la mette in scena che la rende originale.
Nido di Vipere, nei cinema dal 15 settembre, è quindi un thriller solido e di successo dove il regista si è trattenuto dal desiderio di strafare.