Nico ha 33 anni, Leo 30, Andrea 25 e Raff 23: vengono da varie parti d’Italia. Iniziano la loro transizione di genere in momenti diversi delle loro vite. Giorno dopo giorno, devono affrontare con grande coraggio gli ostacoli che gli pone davanti un mondo strettamente binario. Avere una vita dignitosa e appagante è una questione di sopravvivenza. Devono essere risoluti, infinitamente pazienti e soprattutto sono consapevoli che per superare le avversità hanno bisogno di una buona dose di ironia.
Evento speciale bei cinema il 13, 14 E 15 giugno, Nel Mio Nome, film diretto da Nicolò Bassetti, la transizione di genere è affrontata dal regista in quella che potrebbe essere definita una forma di racconto di formazione.
Lui stesso padre di un ragazzo trans, il regista ( l’autore del libro dietro Sacro GRA, film di di Gianfranco Rosi che si è aggiudicato il Leone d’Oro a Venezia) entra in punta di piedi nella vita quotidiana di questi ragazzi e ne traccia le attività, i pensieri e le passioni. Leo, il loro leader gentile e senza paura, presenta un’introduzione per il suo podcast. “La transizione di genere è uno degli atti non violenti più sovversivi mai compiuti, ecco perché dobbiamo riempire il mondo con le nostre narrazioni personali peculiari e altamente diversificate”, legge.
Dal suo studio di casa, Leo riflette sulle esperienze d’infanzia di ogni amico, ripercorrendo i loro primi ricordi per creare un’immagine onesta. Non fa deliberatamente le domande a cui hanno dovuto rispondere per tutta la vita, a medici, genitori ed enti governativi, sul perché o come o quando sapevano di essere trans. Queste risposte arrivano alla fine, organicamente in relazione ad altri elementi della loro vita.
Dal suo studio di casa, Leo riflette sulle esperienze d’infanzia dei suoi amici, ripercorrendo i loro primi ricordi per creare un’immagine onesta. Non fa deliberatamente le domande a cui hanno dovuto rispondere per tutta la vita, a medici, genitori ed enti governativi, sul perché o come o quando sapevano di essere trans. Queste risposte arrivano alla fine, organicamente in relazione ad altri elementi della loro vita.
Raffaele ripara biciclette, è ballerino di swing e ha un fidanzato; Andrea è inseparabile dalla sua vecchia macchina da scrivere Olivetti rossa che usa per scrivere storie a tema trans; Nicolò è il più anziano (33 anni), ha un’unione civile con Chiara, ed è l’ultimo nel film a fare il passaggio e al cui cambiamento gli spettatori assistono in prima persona.
Bassetti rimane invisibile nel film; lascia che i ragazzi parlino tra di loro, segue i loro incontri, le loro serate nei club, le loro videochiamate e, soprattutto, le conversazioni illuminanti – poiché offrono osservazioni interessanti e spunti chiave – ognuno di loro ha con le persone più vicine loro, amici o compagni di vita.
Un approccio rispettoso sul lungo e turbolento processo di riconciliazione con se stessi. E’ un promemoria urgente di ciò che le persone trans affrontano ogni giorno in Italia – e ovunque – e del carico emotivo necessario per esistere semplicemente.