C’è la forte sensazione che mai come quest’anno ci sia stata così tanta autentica partecipazione alla Giornata della Memoria. Che mai sia stato veramente compreso il senso di questa Giornata come oggi.
Negli anni ciascuno di noi avrà riascoltato decine e decine di volte le testimonianze dei sopravvissuti, alla ricerca di una comprensione che in qualche modo aiutasse a superare l’incommensurabilmente straziante consapevolezza di quello che era accaduto, un qualcosa di abominevole e inimmaginabile che però era stato fatto da uomini e donne come noi…
Però eravamo fermamente certi nel profondo che anche se non avessimo mai più visto nè rivisto i documentari, con quelle immagini in bianco e nero e i capelli bianchi e il viso dolce di chi è sopravvissuto e la loro voce straordinariamente serena, noi saremmo comunque sempre stati in grado di “fare la scelta”, come dice Liliana Segre, saremmo sempre stati profondamente e fisiologicamente e radicalmente dalla parte dell’umanità, dalla parte del bene. Invece stavolta ci stiamo forse rendendo conto che non bastava, e che ora, oggi, abbiamo veramente il dovere di conservare con cura nella mente e nel cuore quello che è successo perché non arrivi domani, ma anche oggi stesso, voltato l’angolo, qualcuno a dire che non è successo e quindi crei la possibilità che possa riaccadere.
“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre”, scriveva Primo Levi.
Forse, chissà se sono stati complici i due anni di pandemia che hanno scombussolato tutto e portato a galla il bello e il brutto e mostrato la vera essenza di ogni cosa, ci siamo finalmente resi conto che contro i rigurgiti nazionalisti, razzisti, antisemiti, antidemocratici, violenti e odiosi, “la nuvola nera che sta avanzando in tutta l’Europa”, come la definisce Edith Bruck, dovevamo anche noi in qualche modo diventare testimoni reali e raccogliere per davvero la staffetta ideale che ci stanno passando questi grandi Umani, Donne e Uomini che, pur avendo vissuto l’inferno in terra, non hanno mai scelto di odiare.
“Curare il senso della storia è un dovere della società. Contro le fake news occorre una narrazione basata sulla testimonianza”, ha dichiarato ieri la Senatrice Segre. “Nella mia vita ho voluto ricordare, soprattutto ai giovani, come si possa scegliere ogni giorno tra la memoria e l’oblio, tra l’indifferenza e la scelta”, aveva detto tempo fa ricordandoci quanto questo ci riguardi oggi drammaticamente da vicino: “Voglio anche aiutare gli italiani di oggi a respingere la tentazione dell’indifferenza verso le ingiustizie e le sofferenze che ci circondano, senza anestetizzare le coscienze”.
Forse, finalmente, le testimonianze, le poesie, le immagini, i video, le canzoni, le frasi che stiamo condividendo, abbiamo davvero capito il perché non bisogna smettere di continuare a vederle, rivederle, rivederle e farle vedere e rivedere e rivedere. Forse stiamo diventando realmente consapevoli che essi sono la piccola rappresentazione della nostra Scelta e forse, forse, nel nostro piccolo piccolo piccolo, siamo riusciti veramente, oggi, finalmente, a onorare il senso di questa Giornata e tutti coloro ai quali è dedicata.
E ora sta a noi, ci mette in guardia e ci esorta Liliana Segre, perché non accada di nuovo, essere “essere sempre vigili, attenti, informati, solidali, attivi”.