Dada Masilo da anni è una stella nel cielo della danza internazionale per la fusione di suoni occidentali e ritmi africani per raccontare il presente. È stata celebrata a Vienna nel 2014 e 2017 per i suoi adattamenti a grandi classici del balletto come “Il lago dei cigni” o “Giselle”. Il suo ultimo lavoro “The Sacrifice”, uno spettacolo per dodici danzatori e quattro musicisti, ha debuttato a Roma giovedì 11 Novembre sul palco dell’Auditorium Parco della Musica. E la performance è stata di nuovo un trionfo.
La coreografa sudamericana non ha semplicemente messo in scena Stravinsky in versione tribale con al centro una fanciulla che balla fino alla morteche nella Russia pagana. Contrariamente all’originale, dalle forte tinte scure, la danza di Masilo celebra la vita. Nel sacrificio che le persone fanno per sopravvivere, trova anche bellezza.
Un rivisitazione che ha richiesto alla coerografa e ai suoi ballerini una immersione totale nello studio delle danze e dei rituali del popolo Tswana. Questa forma di danza unica, ritmica ed espressiva è originaria del paese del Botswana, dove a volte viene utilizzata nei rituali per le affabulazioni e per le guarigioni.
Non mancano innesti dal balletto classico – giravolte, piroette e altre tecniche in volo. – e coreografie che fanno pensare al ballo di strada. È impressionante come i danzatori riescano a conservare la flessibilità di corpi che anche nei momenti più estatici si contraggano per poi estendersi in passi piccoli e intricati, ispirati al movimenti veloci dei piccoli animali.
L’accompagnamento musicale è altrettanto degno di nota. Tastiera, violino, strumenti ritmici e arpa ebraica creano suoni raramente dissonanti che si alternano tra pop e tradizione. A chiudere uno spettacolo da standing ovation, la voce di Ann Masina con un accattivante spettacolo a cappella davanti a un corpo femminile senza vita.