Arriva al cinema dal 28 luglio They talk, il nuovo lungometraggio horror girato nella Sila calabrese e diretto da Giorgio Bruno. Appassionato del genere del brivido fin dagli albori della sua carriera, il regista siciliano realizza un film che richiama i vecchi maestri del cinema horror/thriller con un progetto presentato al festival di Cannes. Giorgio Bruno ha fatto il suo ingresso nel cinema del brivido con altri lungometraggi quali Unrated- Senza censura (2007) e Nero infinito (2013).
La trama: Durante le riprese di un documentario, Alex, tecnico del suono, registra per caso delle voci sinistre, non umane che cercano di metterlo in guardia da qualcosa o da qualcuno. La ricerca per scoprire il significato di quelle parole farà riaffiorare persone ed eventi misteriosi legati al suo passato. E proprio come il passato che ritorna, un’onda nera, minacciosa e lugubre inizierà a tormentarlo.
È una trama coinvolgente, una storia che si impernia su un filo magistrale di sinistro disagio che lo attraversa. A volte l’equilibrio tra diversi ritmi e atmosfere è disordinato. I primi due terzi del film oscillano tra sentirsi lenti e ripetitivi e costruire la tensione che spinge in avanti la narrazione. Tutto sembra ruotare intorno ad un massacro compiuto durante la guerra e l’ombra di una misteriosa suora, la cui anima vaga alla ricerca di una impossibile vendetta. L’accumulo è necessario per dipingere un quadro vivido del forte senso di solitudine di Alex.
Sente voci e ha paura di cosa potrebbero significare. Il tedio e le immagini grottesche sono necessarie per creare suspense e il crescente bisogno di Alex di avere una risposta alle sue domande, ma forse si sarebbe potuto trovare un equilibrio per lasciare più spazio alla seconda fase della storia. Dopo che Alex raggiunge il punto di svolta, il film sembra precipitare e scivolare verso una fine rapida che lascia lo spettatore alle prese con molti interrogativi.