Non è la prima volta che Gli indifferenti (1929), il capolavoro di un giovanissimo Alberto Moravia, viene adattato per il grande schermo. Il primo era stato Francesco Maselli nel 1964, seguito, nel 1988, da Mauro Bolognini, per una miniserie tv. Questa volta ci prova Leonardo Guerra Seràgnoli che realizza il suo terzo lungometraggio dopo gli apprezzati Last Summer, selezionato alla Festa del cinema di Roma del 2014, e Likemeback, film del 2018 sul tema dell’iperconnessione dei giovani e la conseguente incomunicabilità ai tempi dei social.
In streaming dal 24 novembre, distribuito da Vision Distribution sulle piattaforme di Sky Primafila, Apple Tv, Google Play, Chili, Rakuten, Timvision, Infinity, Miocinema, Iorestoinsala, Cg Digital e The Film Club, l’adattamento di Guerra Serràgnoli è un film certamente molto “teatrale”, dove tempo e luogo sono estremamente ristretti. Pochi i personaggi ma sufficienti a delineare la cattiva coscienza della loro condizione esistenziale. Indifferente è l’atteggiamento dell’uomo borghese ma anche di quello contemporaneo nei confronti della realtà torbida e volgare che lo circonda.
Gli adulti cercano il triangolo amoroso: quasi che l’amore fosse l’unica cosa su cui giri il mondo mentre i giovani Carla e Michele non riescono a sottrarsi in questo gioco più grande di loro. Ma niente nell’amore può salvare questi personaggi, nel momento in cui sono tutti così chiusi in sé stessi, incapaci di aprirsi una via positiva nel mondo.
I personaggi sembrano privi di vita, muovendosi come burattini in una società nichilistica nella quale tutti sono schiavi dell’ipocrisia. Ci penserà la diciottenne Carla – che sogna di diventare una “streamer”, a scardinare certi meccanismi non sani nella famiglia e nella società e ribellarsi alle vigliaccherie, le debolezze, l’innata accidia.