Uno dei grandi maestri della fotografia, Helmut Newton ha scolpito il suo nome nell’Olimpo della fotografia con la sua visione delle donne, spesso provocatoria, che ancora oggi fa discutere. Il suo lavoro ha continuato per molto tempo ad essere oggetto di culto, anche dopo la sua tragica morte in un incidente d’auto a Los Angeles, nel 2004.
In occasione del centesimo anniversario della nascita di Newton, il regista Gero von Boehm racconta in un documentario la storia della movimentata vita del fotografo nel film “Helmut Newton – The Bad and the Beautiful”. Un viaggio nell’estetica ambigua del grande fotografo attraverso filmati casalinghi di Newton, riprese d’archivio, compreso uno scambio acuto con Susan Sontag in cui lei lo accusava direttamente di essere un misogino e, naturalmente, decine di iconiche fotografie.
Alcuni dei suoi soggetti femminili più importanti dicono la loro nel film – dal mondo del cinema e della moda. “Ho deciso di intervistare solo donne – rivela il regista – perchè ho pensato fosse il modo migliore per raccontare la sua storia. Non volevo nemmeno i soliti aneddoti maschili. Di solito gli uomini erano solo accessori per Helmut”. Tra queste Charlotte Rampling, Isabella Rossellini, Grace Jones, Anna Wintour, Marianne Faithfull, Hanna Schygulla, Claudia Schiffer, Nadja Auermann, Sylvia Gobbel, Carla Sozzani, Arja Toyryla – e naturalmente sua moglie, June Newton.
Grace Jones, per esempio, ricorda che Newton l’ha chiamata più volte dimenticandosi che ha un seno
molto piccolo e che quindi non è la tipica “donna alla Newton”. La mandava a casa ogni volta. Ma alla fine hanno scattato insieme foto divenute famose. Una storia molto divertente è quella di Anna Wintour, che avrebbe dovuto fare con Helmut un servizio fotografico in California, quand’era una giovane fashion editor di “British Vogue”. Anna si era data malata il giorno prima perché era semplicemente troppo in soggezione per affrontare il “gigante” Newton. Charlotte Rampling racconta di come ha scattato le sue primissime foto di nudo con Helmut su una scrivania in una
stanza d’albergo, ad Arles. Quelle erano anche le prime foto di nudo di Helmut. Nadja Auermann, invece, non voleva essere fotografata nuda. Lui si era risentito per questo.
La domanda finale è: Newton dava potere ai suoi soggetti o li trattava come oggetti sessuali? Se nel mondo della moda il rapporto tra fotografo e modella era determinato dalla tensione tra proiezioni maschili e femminili, Newton con le sue immagini forti e irriverenti ha rivolto uno specchio verso la società. Le sue foto che ritraevano modelle in pose maschili, donne nude in contesti classici o con enormi cani dall’aspetto aggressivo, in strade notturne poco illuminate, con strumenti pericolosi, hanno sfidato i confini del gusto e portato a galla le nostre ossessioni, l’inconscio travestito di norme sociali e castranti. Tina Chow legata al bancone di un bar; Nadja Auermann con le stampelle, su una sedia a rotelle o con una protesi di gamba; la bodybuilder Lisa Lyon appesa ad un’asta; una
donna senza testa sdraiata di schiena mentre un pastore tedesco si arrampica su di lei.
Il risultato è un ritratto estremamente divertente di un talento a 360 gradi, capace di scandagliare la realtà oltre l’immagine, creando uno stile che ancora oggi è impossibile ignorare.