Pete Docter, regista, sceneggiatore, animatore, produttore e anche capo della Pixar, firma un altro prevedibile capolavoro dopo Up, Inside Out e Monsters, Un genio creativo e illuminato quello di questo americano baciato dal talento e anche dalla capacità di saper raccontare con sorprendente leggerezza temi incredibilmente profondi.
In questo Soul ce n’è per tutti i gusti. Ci si interroga per esempio da dove provengano le passioni che ci animano nella vita, da dove arrivano i nostri sogni, i nostri interessi e anche, perchè no, la nostra apatia per la vita. Cosa viviamo a fare e perchè. il senso della vita è da sempre un punto interrogativo costante di chiunque si ponga quesiti esistenziali Ma qui Docter ci mette dell’altro, andando a toccare le anime appunto, quelle del titolo del film. Cosa fanno le anime senza i corpi, dove stanno, come si muovono, che regole hanno. Perchè scelgono un’incarnazione piuttosto che un’altra, chi decide quando è ora di finire l’esperienza terrena e tornare in quel Great Beyond, quel grande aldilà che è l’ultraterreno,
Docter inoltre ci rende partecipi anche della sua visione del corpo/materia rispetto all’infinità dell’anima, possiamo dire che le sue teorie della reincarnazione, pur non portando nulla di nuovo a chi un po’ di questi argomenti si ciba, hanno il pregio di risultare perfettamente credibili.
La storia di Soul ci ricorda una volta di più che il dono della vita è estremamente prezioso attraverso l’esperienza terrena di Joe Gardner e usa la musica jazz come il suo veicolo principale. Joe è un insegnante di musica in una scuola media che ha finalmente l’occasione della vita, suonare in uno dei club più famosi di New York insieme alla famosissima Dorothea Williama e dare un senso più pieno alla sua esistenza. Ma. Nell’euforia di aver superato il provino ed aver toccato quella dimensione insondabile che solo la musica ti fa provare, mette un piede in fallo e si trova catapultato in uno spazio/tempo sospeso dove incontrerà 22, un’anima che rifiuta di incarnarsi per mancanza di interesse per l’esperienza umana. Joe ne diventerà il tutore per provare a ridare entusiasmo a 22 e, soprattutto, per poter tornare sulla Terra a vivere quella serata così lungamente attesa. Ma troverà poi davvero tutto quello che cercava lì dentro?
Il film ospita alcune composizioni jazz firmate dal celebre pianista Jon Batiste mentre ai vincitori dell’Oscar Trent Reznor e Atticus Ross (The Social Network) dei Nine Inch Nails è affidata la colonna sonora originale. Le voci originali sono di Jamie Foxx, Tina Fey e Angela Bassett,
Se dunque Inside Out si interrogava sulle emozioni, qui è la spiritualità, il grande gioco dell’anima ad essere il vero protagonista. E non c’è una vera risposta se non che la vita è meravigliosa per citare Frank Capra e che ogni istante può non solo essere l’ultimo ma anche il primo per cambiare vita, direzione, possibilità e diventare un’anima consapevole e piena,
Riguardo alla polemica apertasi in Italia sul fatto che il film non passerà in sala ma sarà solo distribuito sulla piattaforma Disney+ a partire da Natale, facendo infuriare gli esercenti delle sale italiane, possiamo solo dire una cosa. Se uno il film se lo produce e se lo distribuisce non è certo colpa di nessuno, ma di un sistema che tollera che esistano al contempo produttori e distributori nelle mani della stessa persona, Mi pare che anche Netflix faccia lo stesso e nessuno abbia nulla da ridire, anzi.