Probabilmente i migliori film di questa edizione di Venezia 77 non sono quelli in concorso. Toglierei anche il probabilmente, dopo 5 giorni di festival tra i giornalisti è abbastanza chiara l’idea che le selezioni migliori siano state fatte altrove. Tra la Giornate degli Autori, la Settimana della Critica e la sezione Orizzonti stiamo in effetti assistendo alle cose meno scontate di questo cinema 2020.
“Est, dittatura last minute” di Antonio Pisu (figlio di Raffaele Pisu) è fin qui il miglior film italiano finora passato sugli schermi del Lido. Presentato nella sezione delle Giornate degli Autori, tratto da una storia vera, il film con Lodo Guenzi, Matteo Gatta e Jacopo Costantini, prodotto da Genoma Films, in collaborazione con Stradedellest Produzioni e Rai Cinema, narra la storia di tre ragazzi che a poche settimane dalla caduta del muro di Berlino, lasciano la tranquilla Cesena in cerca di avventura: dieci giorni di vacanza nell’Europa dell’est, verso quei luoghi in cui è ancora presente il regime sovietico. Giunti a Budapest conoscono Emil, un rumeno in fuga dal suo paese a causa della dittatura. L’uomo, preoccupato per la famiglia rimasta in Romania, chiede l’aiuto dei tre Italiani. Il compito è portare una valigia alla moglie e alla figlia. Durante il lungo tragitto, tra paesi deserti, ristoranti senza cibo, telefonate impossibili e persone disposte a donare tutto quello che hanno pur di apparire ospitali, i tre raggiungono finalmente la capitale. Pago, Rice e Bibi, attraverso le loro disavventure capiranno il valore delle piccole cose, dei gesti dati per scontati e l’amore di un padre per la propria famiglia. Una volta rientrati in Italia, le immagini alla televisione della caduta del muro di Berlino e della fine della dittaura, saranno per loro una fonte di commozione difficile da dimenticare.
Un bel road movie all’italiana, che ha la freschezza de “I primi della lista” di Roan Johnson, l’ironia e la leggerezza dello sguardo anche quando la situazione si fa critica e paradossale. Non era facile non scadere nel pietismo o nel vittimismo e la mano di Pisu rimane agile in ogni momento, anche in quelli più delicati. Ecco qui sotto la nostra intervista ai protagonisti.