Quando i tempi sono difficili, come vivere in quarantena per frenare il contagio da Covid 19, cantare una melodia familiare aiuta a far fronte alla schiacciante certezza che la vita non è affatto giusta. È lungi dall’essere una cura, o addirittura una medicina in sé, cantare può essere un potente anestetico.
Per confermare questa ipotesi, bisogna guardare Military Wives Choir, La sfida delle mogli nel titolo italiano. La vita della moglie di un militare al fronte può essere infatti ingrata, ma non per Kate (Kristin Scott Thomas), che affronta lo stress e la monotonia della sua condizione con grazia e perseveranza. Kate infatti trova la sua libertà espressiva nel canto, al punto da riuscire a convincere un gruppo di mogli nella sua stessa condizione, a formare un coro: il Military Wives Choir che avrà un grande e inaspettato successo.
Tutto nasce da una sceneggiatura scritta da due donne, Rosanne Flynn e Rachel Tunnard, ispirata al grande fenomeno, nato nel 2011, dei Military Wives Choirs, i cori formati dalle mogli dei militari al fronte. Il film è diretto dal regista di “Full Monty” Peter Cattaneo. Ma invece di un gruppo di siderurgici disoccupati che si improvvisano ballerini di striptease, questa volta troviamo un gruppo di mogli dei militari impegnati al fronte che si danno da fare per tenere su il morale di chi rimane a casa.
In streaming dal 25 aprile, e per quattro settimane, sulle principali piattaforme digitali, grazie a Eagle Pictures, il film è stato presentato nel corso dell’ultima edizione della Festa del Cinema di Roma. Sì, Military Wives, in bilico tra commedia e dramma, è innegabilmente superficiale nella sua rappresentazione di alcuni aspetti della vita militare, ma nel complesso Cattaneo è riuscito ad evitare una discussione di tipo militaresco all’interno del film per concentrarsi su un soggetto già esplorato nella commedia inglese: la capacità di resilienza e la forza di volontà che spesso aiuta ad affrontare le avversità della vita con energia ed ingegno, in modo da superare le difficoltà in modo costruttivo.
Il risultato è che mentre le donne cantano allegramente canzoni pop classiche per intorpidire le loro menti davanti alla paura di perdere i loro mariti, lo spettatore è inevitabilmente indotto a meditare sui propri dolori e ad apprezzare le piccole cose. In questi momenti particolarmente difficili, il messaggio del film è più che benvenuto.