Il bravo e bello Marco Falaguasta ha un bell’ardire a portare a teatro quarant’anni di evoluzione (si fa per dire eh) -generazionale. Da giovinetto spensierato che guida il Ciao – ottima la trovata di portarlo sul palco – e telefona alla fidanzata dalla cabina a gettoni si ritrova improvvisamente genitore.
Padre di una figlia che naturalmente maneggia hashtags, apps, social e smartphone come se non ci fosse un domani. E’ questa l’era dei vocali piuttosto che delle telefonate, delle spese on line piuttosto che dal pizzicagnolo. Mancano, in questa epoca, anche quei mitici nonni che cucinavano la domenica mattina o che rappresentavano comunque quelle figure mitiche di riferimento.
Mentre attende che la figlia gli messaggi l’orario per andarla a prendere ad una festa, Marco, che non è un nativo digitale, si intrattiene col pubblico ed ha così l’occasione di imparare un po’ più di sè stesso e del suo passato mentre cerca anche di capire un po’ più la figlia che compare solo in versione virtuale, giustappunto.
È complicato però essere obiettivi con i nostri figli che giocano on line, che ci superano quanto a velocità di esecuzione e capacità di avvalersi della tecnologia per interagire, prenotare alberghi, cene, cinema, teatri … noi che, tutto sommato, siamo un po’ permalosi quando ci sentiamo dire dai ragazzi che non siamo abbastanza “social” perché pubblichiamo male, troppo, troppo poco e con hashtag sbagliati. Noi che cominciamo a diventare sbagliati. Si, proprio così. È complicato ammettere che le nostre abitudini, soprattutto di pensiero, stanno diventando vecchie. È complicato accettare che dobbiamo essere noi ad avanzare verso loro e non pretendere che siano loro a tornare indietro verso noi.
Quando ci dicono che questi erano gli stessi discorsi che facevano i nostri padri e prima ancora i nostri nonni, non ci stiamo. Non è possibile che anche noi siamo rimasti vittima dello stesso meccanismo.
Siamo diventati cinquantenni noi che pensavamo saremmo rimasti giovani in per sempre. E quindi?
Non ci resta che ridere, direbbe il bravissimo Falaguasta, perchè non solo la bellezza, ma sopratutto l’ironia e la risata ci salveranno. Soprattutto essere disposti a mettersi sempre in gioco, senza cadere nella trappola del noi/loro o “ai miei tempi”. Ormai il presente ha altre regole.
Neanche il tempo di piacersi di Marco Falaguasta, Alessandro Mancini, Tiziana Foschi
con Marco Falaguasta regia di Tiziana Foschi
Teatro della Cometa – Via del Teatro Marcello, 4 – 00186
Orario prenotazioni, vendita biglietti e info per apericena: dal martedì al sabato, ore 10:00 -19:00 (lunedì riposto), domenica 14:30 – 17:00 – Telefono: 06.6784380
Orari spettacolo: dal martedì al venerdì ore 21.00. Sabato doppia replica ore 17,00 e ore 21,00. Domenica ore 17.00. Costo biglietti: platea 25 euro, prima galleria 20 euro, seconda galleria 18 euro.