L’ambiente, l’alienazione da nuove tecnologie, la morte, la bassa natalità, l’aborto e il rapporto con Dio, questi i temi di “Zero il folle”, l’ultimo album di Renato Zero in uscita il 4 ottobre, sia in formato cd sia in formato lp. Presentato alla stampa il 30 settembre, giorno del suo 69mo compleanno, all’Auditorium Parco della Musica, il cantante dice di aver ormai fatto pace con Zero, Zero il folle, perché “folle è chi sogna, chi è libero, chi provoca, chi cambia”. “Non è facile averli insieme, Zero era diventato troppo invadente, l’ho dovuto rimettere a posto. Ma ormai dormiamo nello stesso letto”.
“La Culla è vuota” affronta invece il calo del tasso di natalità. “I numeri delle nascite in Italia è impietoso”, continua Zero. “Produrre figli significa garantirsi una continuità. Ma non solo. Un figlio non deve essere una nostra copia ma la possibilità di replicarci al meglio. “In che fretta c’è”, si tocca il tema dell’ambiente e il riferimento alla paladina del clima, Greta Thunberg, è d’obbligo. “Se una ragazza così giovane si permette di puntare il dito contro i potenti accusandoli di toglierle il futuro, non capisco perché i social si siano scagliati contro di lei. Diamo un’occhiata alla nostra coscienza – dice Zero- e non stiamo in poltrona a giudicare quello che accade davanti a noi”.
Arriva anche la condanna dell’aborto anticoncezionale, “non quello che le donne affrontano dopo uno stupro”. Il brano “Quattro passi nel blu” esorcizza la paura più grande, quella della morte. “Ci insegna che tutto dipende da noi. “E’ una canzone dedicata a Mango, Lucio Dalla, Ivan Graziani e ai tanti amici che sono andati via troppo presto. Io li porto sempre con me”.