Ludovica Rampoldi, brillante scrittrice ed autrici, è tra le creatrici, insieme a Stefano Sardo e Alessandro Fabbri, della serie 1994, l’ultimo atto della trilogia cominciata nel 1992, l’anno di Mani Pulite, e proseguita nel 1993, l’anno del terrore. Nelle ultime puntate, che andrano in onda ogni venerdì su Sky a partire dal 4 ottobre, personaggi reali come il Leonardo Notte interpretato da Stefano Accorsi o il leghista Pietro Bosco di Guido Caprino, si mescolano con altri frutto di fantasia che fanno la loro scalata al potere nell’anno di transizione dalla Prima alla Seconda Repubblica.
“Questo capitolo si focalizza su un singolo personaggio, zooma su dei fatti storici di quell’anno”, spiega la Rampoldi. L’autrice, come ha dimostrato nei suoi precedenti lavori, da In Treatment fino a Il ragazzo invisibile al cinema, conferma il suo talento nel coprire quel gap, quel vuoto di punto di vista femminile che c’è nel cinema e nella società. Il personaggio di Miriam Leone, ex soubrette Veronica Castello, conquista una poltrona a Montecitorio. In un mondo politico fortemente maschile e “maschilista” si schiera a difesa delle donne in Parlamento. In questi nuovi episodi emerge prepotentemente la sua natura complessa, come sottolinea la sceneggiatrice: “E’ una donna che vive nel cinismo ma ha un cuore romantico, una purezza maledetta”. Mentre tra le ultimissime collaborazioni, quella con Bernardo Bertolucci, scomparso lo scorso novembre per quello che doveva essere il suo film The Echo Chamber. Una sceneggiatura, sviluppata insieme alla collega Ilaria Bernardini. Tanti i ricordi e gli aneddoti legati ai momenti di scrittura. Sulla chaise longue il regista di Ultimo tango a Parigi ascoltava le sue girls (così le aveva ironicamente soprannominate) leggere le scene ad alta voce. “Si faceva cullare dal solfeggio delle parole, per poi interromperci di colpo quando sentiva qualcosa di stonato, un aggettivo, un dialogo, un gesto. A volte era dubbioso, altre sorpreso, altre ancora felice. Ci indicava la strada con le immagini”, ricorda la Rampoldi. Nel 2019 tra gli altri lavori, la quarantenne scrittrice romana firma in team la sceneggiatura de Il Traditore di Marco Bellocchio con protagonista Pierfrancesco Favino. Nel pluripremiato film d’autore, appena candidato nella corsa all’Oscar, la vita del pentito di mafia Tommaso Buscetta, conosciuto anche come il ‘boss dei due mondi’, è raccontata con stile essenziale, tragico e a tratti violento tipico del cinema civile.
Scelta tra i giurati del Premio Solinas 2019, che si è svolto a La Maddalena dal 19 al 22 settembre, Rampoldi, insieme a Francesca Marciano, anche lei presente al Solinas, si possono considerare tra le fautrici di una nuova tendenza della scrittura ad essere più inclusiva in grado di ribaltare gli stereotipi di genere che vede i personaggi femminili mere proiezioni del subconscio maschile.
Si divide tra il cinema e le serie tv, un tipo di narrazione che rispetto ai 90 minuti di un film offre maggiori possibilità di approfondimento degli stati d’animo dei personaggi e dei loro conflitti. Ed è proprio quello che succede in 1994 all’ex soubrette Veronica Castello, interpretata da Miriam Leone, diventata parlamentare a Montecitorio. I
Nei nuovi modelli di narrazione le sceneggiatrici sfoggiano la capacità di narrare storie complesse e di intersecare più piani di lettura con il risultato di sfatare luoghi comuni sulle donne e di scegliere le forme espressive migliori per esprimere i significati.