E quindi com’è Brad Pitt da vicino? Molto, molto, molto, molto. Tutto, praticamente.
Oggi ho avuto la fortuna di assistere al suo sbarco all’approdo dell’Excelsior e poi di seguirlo in conferenza stampa. La prima cosa evidente è che fanno più confusione gli uomini della presunta sicurezza che i fans che chiedono solo una firma o un selfie col divo. Brad è sceso dal taxi, ha salutato tutti, ha sorriso e non ha eluso le attese regalandosi senza risparmio tra autografi e foto. Carinissimo, tranquillo, l’antistar per eccellenza. E in gran forma, davvero tirato a lucido, magro e muscoloso come ai tempi di Thelma e Louise. Bravissimo. Trovare un difetto a questo ragazzo è davvero difficile, ma alla fine l’ho scoperto grazie alla giornalista serba che gli ha posto una domanda in conferenza stampa. Mentre lei confessava la sua nazionalità lui diceva “Sono un grande fan di Djokovic”. Ecco. Però l’ho già perdonato, soprattutto perchè il film che ha presentato in concorso è davvero spettacolare.
Delirio anche per il quasi 70enne spagnolo Pedro Almodovar che ha ricevuto il premio alla carriera da quella Venezia che lo vide proprio esordire nel cinema che conta ormai nel 1983 con L’indiscreto fascino del peccato.
Pedro Almodóvar nell’accettare la proposta ha dichiarato: “Sono molto emozionato e onorato per il regalo di questo Leone d’oro. Ho bellissimi ricordi della Mostra di Venezia. Il mio debutto internazionale ha avuto luogo lì nel 1983 con L’indiscreto fascino del peccato. Era la prima volta che uno dei miei film viaggiava fuori dalla Spagna. E’ stato il mio battesimo internazionale ed è stata una meravigliosa esperienza, come lo è stata il mio ritorno con Donne sull’orlo di una crisi di nervi nel 1988. Questo Leone diventerà la mia mascotte, insieme ai due gatti con cui vivo. Grazie dal profondo del cuore per questo premio”.
Di tutti i divi Scarlett Johansson è quella che ha scelto di arrivare al Lido in sordina, ieri notte, quasi di nascosto. Nella mattinata invece sono arrivate le colleghe Liv Tyler e Laura Dern che non si sono sottratte a flash ed autografi. Davvero gentili e disponibili. Vedremo se la Bellucci farà altrettanto?
Quanto al film di Brad “Ad Astra” vanno dette tre cose a scanso di equivoci. Il film è visivamente un capolavoro, Brad il solito attore mostruoso e la trama intrigante al punto giusto. Il regista James Gray parte da una storia molto intima e molto personale per metterla nell’ambito scenico più ampio possibile ovvero lo spazio. E sarà lassù, nella solitudine e nel vuoto che l’astronauta Roy McBride, troverà i significati più profondi, dando le risposte che cercava alle domande rimaste insolute per anni, il suo viaggio più intimo e vero in relazione a suo padre. E’ un film complesso e analitico, ma molto vero come dice Pitt in conferenza stampa.
“Ci sono molti primi piani su di me perchè il film è proprio questo che cerca, la verità di noi stessi. Non posso fingere con una telecamera addosso per così tanto tempo. Credo che per me sia stato uno dei film più difficili da interpretare, vuoi per il tema, vuoi per il costante e sottile filo che dovevamo tenere tra cadere nel banale e invece essere profondi. Le voci fuori campo, in particolare, potevano avere un ritmo non piacevole, invece credo che siamo riusciti proprio a tenere una unità e una verità molto importanti. Il lavoro di un attore, per quanto sembri paradossale, è di essere vero nelle sue emozioni, se lui non lo è, il pubblico non potrà mai credergli”.
La storia, andando all’osso della trama, vede Roy attraversare in una missione molto particolare tutto lo spazio fino ad arrivare a Nettuno, dove potrebbe essersi persa la navicella spaziale che guidava suo padre, Clifford, addirittura 30 anni prima. Eroe nazionale e autentico esploratore in solitaria, Clifford era il capo del Progetto Lima, deputato a cercare la vita extraterrestre. Ma quello che accade una volta che la nave perde contatto con la Terra è tutto da scoprire. E sarà Roy, in un momento di confronto molto elevato, a scoprire cosa si possa e si debba fare per amore, per passione, o semplicemente perchè si resta veri a sè stessi. Ad un certo punto si lascia andare ciò che vuole essere lasciato andare, e si coltiva di più il contatto umano, le relazioni importanti, la vita affettiva con i propri cari perchè non si sa mai quando potrebbe essere l’ultima volta che li vediamo.