Per La mia vita con John F. Donovan, titolo italiano di The Death and Life of John F. Donovan, Xavier Dolan otto titoli a soli 30 anniaffianca la star de Il trono di spade Kit Harington, Jacob Tremblay e i premi Oscar Natalie Portman, Kathy Bates e Susan Sarandon. Il dramma tentacolare che segna il debutto hollywoodiano di Dolan, vede proiettati sul grande schermo tutti i temi che lo hanno reso famoso nel mondo: la relazione madre/figlio, l’omosessualità, l’infanzia, il bullismo di cui è stato vittima da bambino.
Il regista canadese colgie ancora una volta l’occasione per assecondare la sua passione selvaggia di mettere in discussione lo sviluppo dell’identità. Con tre personaggi distinti (un giovane Rupert, un altro di 20 anni più vecchio, e Donovan stesso), il film aspira a intrecciare tutte le trame insieme. L’attore bambino Turner (Jacob Tremblay) scrive una lettera a John F. Donovan (Kit Harington) suo idolo e star di una serie televisiva. Inaspettatamente Donovan risponde, avviando così una fitta e segreta corrispondenza (anche agli occhi della made di Turner, Natalie Portman) che durerà anni. Il tutto è narrato dal Turner ormai giovane uomo (Ben Schnetzer), che ha raccolto questo scambio epistolare in un libro e che per questo è intervistato dalla giornalista Audrey Newhouse (Thandie Newton).
Tre storie in una. una formula narrativa che a tratti funziona, aprendo un porta sulle vulnerabilità interiori dei personaggi. Una di queste tre storie coinvolge davvero, ed è quella tra Jacob Tremblay, l’attore bambino Turner, e Natalie Portman, che interpreta Sam Turner, la madre. Vediamo un ragazzo ossessionato da una star televisiva. Picchiato a scuola, chiamato “gayboy”, e mentre sogna di diventare un attore, sua madre, un’attrice fallita che si è reinventata come life coach, vorrebbe impedirglielo. Lo esorta sempre a concentrarsi sulla scuola e a mettere da parte le stupidaggini della vita. E tutto questo mentre Donovan è costretta a nascondere la sua omosessualità, ad annientare il suo vero Io per paura di perdere la sua vita, nonostante sia vuota. Esistono ovviamente parallelismi tra le storie di Donovan e Turner: entrambi sono alquanto chiusi, entrambi hanno relazioni complicate con le loro madri, ed entrambi hanno difficoltà a connettersi con le persone che li circondano.
La mia vita con John F. DonovanUn film, che arriva finalmente in Italia, grazie a Lucky Red, si conferma la più intima e introspettiva delle opere del regista canadese. A partire da una citazione autobiografica che rimanda a quando Dolan a nove anni scrisse una lettera al suo idolo Leonardo Di Caprio. Ma anche un pretesto per parlare di come la celebrità cambia la vita
privata delle persone e di come si affronta questa cosa a livello personale.