Sotto gli occhi del fratello Jacopo, anche lui giocatore e del suo coach Vincenzo Santopadre, Matteo Berrettini prosegue lo strepitoso momento di successi del tennis azzurro vincendo la sua seconda finale su due (meglio di lui solo Cecchinato, tre su tre), battendo a Budapest il serbo Filip Krajinovic.
La partita scorre veloce, con la regola dei servizi a farla da padrone. Sul 4-4 del primo set Krajinovic mette a segno la zampata di esperienza e chiude 6-4. Sembra un po’ il destino già segnato.
Invece il bel giovanotto italiano – con quell’aria affascinante da principe arabo – comincia ad incoraggiarsi, parlotta, diventa più attivo e recupera il secondo set dimostrandosi attento e aggressivo nei momenti cruciali. Con un break conquistato al momento giusto si prende il set con un 6-3 quasi di esperienza e rimanda la questione al terzo.
In apertura di set Matteo fa una cosa che fanno solo i campioni. Piazza, con quello che qualcuno insinua sia il suo colpo peggiore, il rovescio, un lungolinea vincente con urlo che lascia sul posto il serbo. È il break che dimostra chi la vuole veramente questa partita. Berrettini vince il game successivo con personalità, resistendo anche ai dubbi gettati a rete su una palla facile. Sul 2-1 per il romano sappiamo che con il servizio che sta funzionando a meraviglia non dovrebbe esserci problema a portare a casa il match.
E così sarà. Anzi. Berrettini strappa altre due volte il servizio a Filip, diventato, dall’altra parte della rete, improvvisamente, tenero come un grissino.
E Matteo è diventato grande? Non possiamo ancora dirlo, ma ottiene il best ranking della sua giovane carriera, il secondo successo in un torneo Atp dopo Gstaad 2018 e la certezza che a Madrid, Roma e Parigi entrerà in tabellone direttamente dalla porta principale.
Esattamente un anno fa, sullo stesso campo di Budapest, iniziava la favola di Marco Cecchinato, poi semifinalista al Roland Garros. Se son rose, insomma, fioriranno.
Nel frattempo domani iniziano due tornei, Monaco ed Estoril dove tornano a giocare Fabio Fognini, Cecchinato, e con loro anche Sonego, Berrettini e Seppi.
E con Nadal in queste condizioni, ha perso in semifinale a Madrid da Thiem, qualche pensiero di trionfo ancora lo coltiviamo.