“Festival del Cinema Città di Spello ed i Borghi Umbri – Le Professioni del Cinema” continua ad incantare il pubblico con le sue proiezioni e i suoi eventi speciali. Giovedì 28 febbraio a Spello, alle 21, si terrà la presentazione del film “Quanto basta” con Vinicio Marchioni alla presenza dell’attore Mirko Frezza, che anticiperà la proiezione della pellicola. A Perugia, invece, porte spalancate – come detto – alla Casa del Cioccolato con la visione del film “Lazzaro felice” di Alice Rohrwacher, anticipata da una visita guidata alla struttura e da una degustazione.
Venerdì primo marzo protagonisti assoluti saranno i giovani studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado di Foligno. Ad attenderli a Palazzo Trinci sarà l’incontro dal titolo “Criminalità organizzata: il diritto di scegliere”, che vedrà protagonista il sostituto procuratore della Repubblica, Catello Maresca. Accanto a lui, i registi Alberto Sironi e Duccio Giordano, e l’attore Mirko Frezza. Nel pomeriggio, invece, verrà presentato, alle 16.30 al primo piano dell’ex teatro Piermarini, a Foligno, il progetto promosso dal Festival del Cinema di Spello insieme all’Istituto comprensivo Foligno 2 – grazie al bando del Miur “Cinema per la scuola”-, che vedrà gli studenti delle prime e delle seconde classi impegnati nella realizzazione di un cortometraggio, guidati da alcuni giovani professionisti del dietro le quinte.
A chiudere la giornata, la serata in onore del maestro Ermanno Olmi, con la proiezione del docufilm “Albero nostro” di Federica Ravera e dell’intervista “Ritratto al regista Ermanno Olmi”. Presente anche la famiglia Olmi con la moglie Loredana Detto e i figli Elisabetta e Andrea. Nel corso della serata verrà inoltre consegnato il primo “Premio Ermanno Olmi”, istituito dalla famiglia ed assegnato annualmente ad un giovane regista italiano che più si avvicina per sensibilità, poetica, autenticità, semplicità e realismo allo stile del grande maestro. Riconoscimento che in questa prima edizione verrà consegnato ad Alice Rohrwacher.
Qui l’intervista a Betta Ormi