“Se hai 16 anni e vivi nel quartiere più bello di Roma sei fortunata. Il nostro è il migliore dei mondi possibili, ma per quanto sia tutto così perfetto, per sopravvivere abbiamo bisogno di una vita segreta”, dice Chiara (Benedetta Porcaroli), una delle giovani protagoniste all’inizio della prima puntata di Baby, la serie in sei puntate in onda dal 30 novembre su Netflix in 190 paesi. Diretta da Andrea De Sica e Anna Negri, il progetto nasce dalle idee di GRAMS, un collettivo di giovani scrittori, composto da Antonio Le Fosse, Eleonora Trucchi, Marco Raspanti, Giacomo Mazzariol e Re Salvador.
In netta controtendenza rispetto ad un cinema che negli ultimi anni parte dalla periferia per raccontare l’abbandono culturale e il senso di vuoto che innerva le vite dei giovani che ci abitano, Baby sceglie l’ambiente alto borghese romano come simbolo di sogni di gioventù traditi. La storia prende spunto dalla vicenda giudiziaria delle cosiddette “baby-squillo” dei Parioli del 2014 per raccontare la vita segreta di un gruppo di teenager di un ricco quartiere di Roma. “Con Baby – spiega De Sica, alla seconda opera importante dopo il lungometraggio I figli della notte – vogliamo cercare di scoprire il lato oscuro dei giovani protagonisti, senza dare giudizi o cadere in facili moralismi“.
Tutti gli adolescenti della serie sono studenti del prestigioso e immaginario liceo Collodi. Ognuno di loro è oppresso da qualcosa. Tutti però sono in cerca d’amore, sia i più giovani che gli adulti, spesso più immaturi dei figli. Chiara è una sedicenne dalla famiglia distrutta. I genitori sono separati in casa ma si comportano come adolescenti scriteriati. Damiano, interpretato dall’esordiente Riccardo Mandolini, è il ribelle cresciuto in periferia ma finito a vivere ai Parioli, un mondo che non gli appartiene. Fabio, Brando Pacitto, figlio del preside, è un ragazzo timido, sensibile e con un segreto inconfessabile. Ludovica, Alice Pagani, adolescente bullizzata, vive con una madre ingenua e instabile emotivamente mentre Camilla, Chabeli Sastre Gonzales, l’outsider del gruppo, è figlia di radical chic.
Come nella storia vera sono la noia e il denaro a spingere Chiara e Ludovica a vendere il loro corpo. La prostituzione c’è ma nelle intenzioni dei registi serve “solo” a dimostrare che quando c’è il vuoto i modi migliori che troviamo per riempirlo sono quelli di sempre, deleteri.
Anche se esagera con i luoghi comuni sulla famiglia ricca ma in decomposizione, Baby propone scenari diversi su una generazione di adolescenti che a volte sembrano mostri insensibili, altre volte cuccioli indifesi in preda a tempeste ormonali e crisi d’identità.
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