Mr Leigh torna a Venezia in concorso con Peterloo, un film storico che narra di eventi non molto conosciuti fuori dei confini del Regno Unito, ma che certamente nella storia del paese rappresentano una pagina drammatica e dolorosa. Il 16 agosto del 1819, uomini, donne e bambini, circa 60.000 secondo le autorità del tempo, almeno 80.000 secondo fonti più recenti, confluirono verso St. Peter’s Field, a Manchester. Le fonti, le testimonianze, così come la stampa del tempo la descrissero come una manifestazione pacifica avente per obiettivo politico l’approvazione di una riforma elettorale che estendesse il diritto di voto. Le cronaca del tempo e la ricostruzione dei fatti raccontano che ad attendere i manifestanti ci fossero oltre 600 ussari, diverse centinaia di fanti, un’unità di artiglieria dotata di due cannoni da sei libbre, 400 uomini della cavalleria del Cheshire e 400 agenti speciali. Le Yeomanry, forze paramilitari locali costituite da negozianti e piccoli proprietari terrieri, provenivano da Manchester e Salford, guidate dal capitano Hugh Birley e dal maggiore Thomas Trafford.
Fu un massacro: Peterloo Massacre. L’intento dei magistrati era quello di arrestare Hunt e gli altri oratori convenuti e far sgomberare quelle persone, considerate pericolose ed ignobili, non alla pari. All’arrivo della Yeomanry a cavallo, con sciabole sguainate per farsi largo e colpire, la gente entrò nel panico, senza via di fuga, senza potersi difendere. Alla fine, le vittime furono 11, oltre 600 feriti. La reazione dell’opinione pubblica inglese fu dura e di sostegno ai manifestanti. Il quotidiano The Times pubblicò un racconto scioccante dei fatti che accaddero quel giorno, provocando un’ondata di indignazione che rafforzò il movimento tutto. Dal governo centrale non arrivò alcuna sanzione ufficiale nei confronti dei magistrati e delle forze militari. Procedette invece con l’approvazione di leggi speciali, i cosiddetti Six Acts, restringendo di fatto la libertà di espressione e di riunioni pubbliche, oltre che della stampa. Percy Bysshe Shelley, avuta notizia del massacro durante il suo soggiorno in Italia scrisse il poema “The Masque of Anarchy”, in cui esplicitamente incoraggiava i riformatori ed il movimento ad agire come ‘leoni destati dal sonno, in un numero inamovibile’. La sfida al governo repressivo era stata lanciata e raccolta da tutta la propaganda radicale. Si dovrà, però, aspettare il 1832 perché a Manchester venisse approvata una riforma che vedesse rappresentati anche i membri della working class.
Mike Leigh nato a Salford, è cresciuto in una comunità che conserva con orgoglio la memoria di quell’evento. Alla commemorazione del 16 Agosto di quest’anno, a St. Peter’s Square durante la cerimonia della lettura dei nomi delle vittime del massacro, ‘Name of Dead’, c’erano 9 degli striscioni e banner che vediamo nel film, copie fedeli di quelli usati dai manifestanti, donati dalla produzione. Nel 2019 ricorre il bicentenario del Peterloo Massacre. Molti storici, la società civile, artisti sono impegnati nella Peterloo Memorial Campaign affinché questo evento sia ufficialmente commemorato non solo con una targa che ricorda l’alto numero di morti e feriti, ma come fatto storico chiave che scuotendo l’opinione pubblica, permise l’estensione del diritto di voto e lo sviluppo della democrazia in UK. Le 2 ore e 30 di narrazione filmica in un contesto come il Festival di Venezia ha indubbiamente la possibilità di contribuire in maniera sostanziale e decisiva al raggiungimento di questo obiettivo.
Il film narra gli eventi che hanno preceduto e seguito quanto accadde a St.Peter’s Field, oltre a fare una descrizione fedele di ciò che accadde durante la manifestazione. Delinea, altresì, il contesto in cui il movimento riformatore sviluppò le proprie istanze e descrive, con emozionante dovizia di particolari, la vita di chi apparteneva alla classe lavoratrice, vessata dalla precarietà, dalla mancanza di diritti e rappresentanza politica. Il ritratto delle autorità, dei magistrati è invece impietoso, così come quello dei Lord e della maschera opulenta di Re Giorgio IV. La rappresentazione che Leigh ne fa, restituisce personaggi grotteschi, rinchiusi in spazi angusti, cupi, il cui puzzo è ricordato da un orinatoio indicato in un angolo; a rimarcare sia la distanza dalla vita che scorre entusiasta e caotica per le strade di Manchester, sia l’odore di pane che ha la povertà dignitosa e discreta, sia la cecità ottusa di pavidi uomini, incapaci di leggere quanto davvero avvenisse a St. Peter’s Field. Mike Leigh conferma la sua fama di regista attento alla storia di vite non avvezze ad essere ricordate dalla storia ufficiale. Peterloo è l’occasione per restituire a centinaia di migliaia di uomini e donne di una lontana working-class il legittimo posto d’onore nella storia della conquista della libertà e della democrazia, non solo in UK.