È prevista per domani un’assemblea straordinaria convocata dalla Fondazione Pubblicità Progresso per chiedere conto al presidente Alberto Contri, delle sue recenti esternazioni social ‘velatamente’ omofobe ed in linea con lo sdoganamento del linguaggio contemporaneo di ‘uomo vicino alla gente’. Parole che mal si conciliano, ammesso pure siano concesse al sig. Alberto, con la funzione pubblica importante ricoperta dal Prof. Contri.
La polemica è cominciata il 2 giugno, quando ad un pensiero trascritto su facebook da Paolo Iabichino, a commento mesto delle ormai famose esternazioni del ministro Lorenzo Fontana sulle famiglie composte da persone dello stesso sesso, Alberto Contri è entrato a gamba tesa sulla questione, ingaggiando peraltro a suon di botta e risposta una tenzone dialettica contro Massimo Guastini. Per coloro che volessero dilettarsi nel leggere le brillanti argomentazioni di Contri, che ha ovviamente precisato a più riprese che di omofobia non lo si può tacciare visto il lavoro svolto gratuitamente a guida di Pubblicità Progresso, i commenti sono tutti ancora lì, a parte uno postato e cancellato, ma non in tempo, dove per ribadire la sua posizione dava della ‘checca’ a personaggi noti della televisione e giudici nella trasmissione Ballando con le stelle, rei secondo lui, di sovra rappresentare, appunto troppo checcamente, la comunità degli omosessuali, che comunque è minoranza e tale dovrebbe essere. Due giudici checche su cinque sono troppi, perché gli italiani etero sono di più. Lo dice l’Istat. Che fine ragionamento!
Quello che lascia basiti è appunto la disinvoltura con la quale personaggi ‘insospettabili’ comincino ad esprimersi pubblicamente, come galvanizzati dal clima politico che si respira e gaudenti nel concedersi di dare della ‘checca’ così per spiegare il proprio pensiero o implicitamente sostenere che gli omosessuali siano da rispettare, ma comunque ‘contro natura’ e che sostanzialmente se ne devono fare una ragione senza avanzare pretese in ambito di riconoscimento e garanzia di ulteriori diritti civili (non sia mai), perché la lobby omosessuale ha rotto gli argini.
Insomma in sintesi questo è il succo dell’illuminato pensiero dell’attuale presidente della Fondazione Pubblicità Progresso che domani, stando ad alcune indiscrezioni, dovrebbe presentare le dimissioni o peggio in caso contrario vedersi sfiduciato dai soci.