MILANO – Come condurre una visita su una donna violentata? Cosa prevedono le normative italiana ed europea su femminicidi o la violenza domestica? Che cosa possono fare le reti maschili contro la violenza di genere? Nelle ore in cui a Roma va in scena la polemica fra la giunta di Virginia Raggi e la Casa internazionale delle donne, a Milano vengono presentati i risultati de “La violenza contro donne e minori: conoscere e contrastare il fenomeno”, il primo corso in Lombardia sulla violenza domestica.
All’Università di Milano-Bicocca la cerimonia di consegna dei primi 21 attestati di frequenza avverrà mercoledì 23 maggio, in occasione della lectio magistralis “Credevo che” gestita dalla scrittrice Simonetta Agnello Hornby. Ventiquattro ore prima sarà invece la direttrice del corso di perfezionamento, Marina Calloni docente di Filosofia politica e sociale nel dipartimento di sociologia, a presentare un anno di risultati davanti alla commissione pari opportunità e diritti civili del comune di Milano.
“È il primo corso in Lombardia ma anche in Italia a trattare i temi della violenza domestica e realizzato mettendo insieme uomini e donne con capacità diverse – spiega la dottoressa Calloni – abbiamo avuto studiosi e docenti ma anche ricercatori nei centri antiviolenza, giornaliste, magistrati, medici della clinica milanese Mangiagalli, rappresentanti della polizia di stato e associazioni femminili. Per un totale di 21 fra allievi e uditori fra cui tre dipendenti dell’Università Bicocca: un responsabile sicurezza, un’ostetrica e una psicologa, a dimostrazione del fatto che per un’amministrazione lungimirante conta formare anche il personale amministrativo”.
L’invito in commissione pari opportunità arriva proprio da una delle corsiste: la consigliera comunale Diana De Marchi. Il corso di perfezionamento “La violenza contro donne e minori” è inserito nei diversi progetti coordinati dell’Edv GF (Eliminate Domestic Violance Global Foundation). Il braccio italiano di Edv è nato nel 2013 grazie a un accordo fra Università di Milano-Bicocca e la fondazione britannica, ed è diventato il primo centro di ricerca dipartimentale che si occupa solo di violenza domestica nelle sue varie sfaccettature, con approcci multidisciplinari e mutuando buona pratiche e modelli grazie allo scambio di informazioni con l’estero. Fra i risultati concreti ci sono i contributi proprio della professoressa Calloni alla relazione finale presentata dalla commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio, che ha chiuso i lavori un mese prima delle elezioni politiche del 4 marzo. Il futuro della commissione è oggi incerto perché nei fatti il nuovo Parlamento non è ancora entrato in funzione ma per la docente della Biccoca “abbiamo dei piani con una scadenza che va ben oltre la durata di un singolo governo.
Nella scorsa legislatura sono stati presi dei provvedimenti importanti come la legge 119, quella sulle vittime, i piani nazionali e regionali, il finanziamento da 10 milioni per sostenere i centri antiviolenza. L’Italia è obbligata ad applicare la convenzione di Istanbul sigalta nel 2011 e ratificata nel 2013, e quest’anno un gruppo internazionale di esperti è chiamato a giudicare le azione che abbiamo messo in campo. Quello della violenza di genere è un tema dove non ci può essere dibattito politico”.