Ogni anno, da più di 60 anni, una giuria indipendente, formata da esperti internazionali, è chiamata ad esprimersi su migliaia di domande di partecipazione inviate alla Fondazione World Press Photo di Amsterdam da fotogiornalisti provenienti da tutto il mondo. Quest’anno la giuria è stata presieduta da Magdalena Herrera, responsabile della sezione fotografica della rivista Geo in Francia. I giurati hanno esaminato 73.044 foto, scattate da 4.548 fotografi provenienti da 125 paesi.
Il vincitore della foto dell’anno è Ronaldo Schemidt, 46enne fotografo dell’agenzia France Press, con un’immagine che mostra José Víctor Salazar Balza, studente di 28 anni che prende fuoco in mezzo ai violenti scontri tra polizia e manifestanti durante le proteste in Venezuela contro il presidente Nicolas Maduro a Caracas l’anno scorso. Il giovane ha subito ustioni sul 70 per cento del corpo e subito 42 operazioni di innesto dermico ma è sopravvissuto.
Gli altri finalisti per la foto dell’anno erano: Patrick Brown, con un’immagine che mostra i corpi di profughi Rohingya morti dopo che la barca con cui cercavano di fuggire dal Myanmar si è ribaltata. Adam Ferguson, che ha ritratto alcune studentesse rapite da Boko Haram a Maiduguri nello Stato di Borno in Nigeria. Toby Melville, che ha fotografato le vittime dell’attentato di Londra e Ivor Prickett con due foto scattate durante la battaglia di Mosul
La vincitrice nella categoria progetti a lungo termine è l’olandese Carla Kogelman, che dal 2012 fotografa due sorelle, Hannah e Alena, che vivono nel villaggio di Merkenbrechts, una zona rurale tra l’Austria e la Repubblica Ceca.
Magnus Wennman è arrivato primo nella categoria persone, foto singola, con un’immagine in cui sono ritratte due ragazze rifugiate a Horndal, in Svezia, che soffrono di uppgivenhetssyndrom (sindrome da rassegnazione).
Le immagini vincitrici faranno parte di una mostra itinerante che sarà esposta in 45 paesi. A Roma comincerà il 27 aprile al Palazzo delle esposizioni.