«Il nichilismo è la fonte di tutte le ideologie perché è la fonte di tutte le divisioni. E per Dostoevskij colpisce e coinvolge anche lo sventurato, il sofferente in modo completamente umano. Come accade per Raskol’nikov, con la sua malattia e la sua follia – racconta Alfonso Santagata. Il regista e autore di testi pieni di incanto e ferocia dal 5 all’8 aprile porta in scena al Teatro India, I Malvagi, una pièce che prende spunto dalla giovanile infatuazione di Dostoevskij per il socialismo francese, infatuazione che lo condusse a scontare quattro anni di carcere e lavori forzati in Siberia.
“I demoni e Delitto e castigo sono le cronache dei suoi tempi… spunti da cronache giudiziarie. Raccontano di cinici, di demoni che Dostoevskij trovava nel corpo malato della Russia dentro le generazioni del suo tempo”, spiega Santagata. “Raskol’nicov si chiede infatti: «perché dovrei uccidere?», voglio fare del bene alla società voglio rendere felici gli uomini ma c’è una vecchia strozzina che maltratta sua sorella e tiene in casa un mucchio di soldi, perché non dovrei prenderli? In fondo quanta gente ha ammazzato Napoleone per realizzare i propri fini? – continua il regista.
Oggi “manca la risposta al perché?” perché devo stare al mondo? In un mondo che non mi considera, che non mi chiama per nome, che non mi vive come risorsa ma come problema. Ancora oggi il nichilismo è quanto mai attivo anche fra i giovani, penetra i sentimenti, confonde i pensieri. Come racconta Umberto Galimberti in Dialogo con le generazioni del nichilismo attivo: “giovani della nostra generazione, immersi nello stesso flusso globalizzante in cui tutti noi siamo immersi. Nati nella cara vecchia Europa, che però vedono come terra nemica, non se ne sentono parte. Ma cosa vuol dire sentirsi parte dell’Europa? L’assenza delle dogane? una bandiera comune, viaggiare senza barriere? Questi i valori che i giovani del nuovo millennio, che non hanno chiuso gli occhi davanti al nichilismo, propongono al mondo adulto che rattrappito nel suo egoismo, a questi valori ha da tempo rinunciato”».
Lo spettacolo su muove tra i condannati a vivere in un inferno bianco, le spietate prigioni siberiane. In questo luogo gli uomini sono costretti a sopravvivere con la loro umanità fatta a brandelli e del tutto privati di ogni diritto civile”. Ne I Malvagi, Dostoevskij si scaglia contro tutta la società del suo tempo: per un verso i rivoluzionari invasati e folli, ammalati di nichilismo, che sfidano o negano Dio e quindi i valori della società russa; per l’altro si incontra e si scontra con pazzi, instabili, organizzazioni segrete, cospiratori, traditori, rivoluzionari, fanatici.