Nell’anno della campagna di #MeToo, la 62ma edizione dei David di Donatello, si svolge all’insegna delle donne.
Le star del cinema italiano hanno sfilato sul red carpet con la spilla di “Dissenso comune”, la lettera firmata il primo febbraio scorso da 12 attrici per denunciare le discriminazioni di genere nel mondo dello spettacolo. Ed è Paola Cortellesi ad aprire la serata con un monologo su parole che declinate al femminile cambiano di significato. Perché un cortigiano è un uomo che vive a corte, mentre una cortigiana è una donna poco di buono? Un massaggiatore è un fisioterapista, una massaggiatrice una mignotta?
“La regia è femmina”, ribadisce Anselma Dell’Olio, vincitrice del David per il miglior documentario con «La lucida follia di Marco Ferreri». “Senza le donne non ci sono storie”, incalza Donato Carrisi, premiato come Miglior regista esordiente per “La ragazza nella nebbia“.
Sul palco solo cantanti donne perché questa edizione degli Oscar italiani “tutto è dedicato alle donne per le donne”. E sono ancora le donne che fanno incetta di premi, Claudia Gerini, miglior attrice non protagonista per ‘Ammore e malavita”, la commedia musicale dei Manetti Bris per sfatare il luogho comune: “Napoli solo mafia”. Susanna Nicchiarelli per Nico, 1988 si prende quattro riconoscimenti e Jasmine Trinca è la migliore attrice per “Fortunata”.
Arriva il momento di Steven Spielberg in Italia per la promozione del suo Ready Player One, al cinema dal 28 marzo. Sul palco il regista americano, che riceve il David alla carriera direttamente dalle mani di Monica Bellucci, ricorda i maestri del cinema italiano che lo hanno ispirato durante tutta la sua carriera: Da De Sica a Rossellini, da Antognoni, a Visconti, Pasolini, Tornatore, Benigni fino a Lina Wertmuller, la prima donna candidata come miglior regista agli Oscar. Su tutti c’è Federico Fellini che si è presentato una mattina nell’albergo del regista americano per fargli i complimenti per “Duel, il primo lungometraggio di Spielberg girato quando aveva solo 25 anni. Infine è il turno di Diane Keaton che riceve il David Speciale. L’attrice, premio Oscar nel 1978 con “Io e Annie di Woody Allen”, nella serata in difesa delle donne, è l’unica a non celebrare le donne. Si limita a dire che se non fosse stato per Allen non avrebbe avuto la possibilità di essere ai David di Donatello.