“Il mio Godard” è ambientato nel 1968 e ha al centro la figura del genio intellettuale di Jean-Luc Godard (interpretato da Louis Garrel), ultimo erede della Nouvelle vague. Una pellicola intellettuale forte, una commedia che si fa dramma, ma sempre sul filo dell’equilibrio tra il tono giocoso e il rispetto dei personaggi
La radicalizzazione politica e il fallimento dell’amore. Sono questi i due temi de Il Mio Godard (titolo originale Le Redoutable), il nuovo film di Michel Hazanavicius che ha come protagonista l’attore Louis Garrel. Nella pellicola, presentata al Festival di Cannes e a Roma, e nelle sale italiane dal 31 ottobre 2017, il regista svizzero di origini lituane, Premio Oscar per The Artist, sceglie di concentrarsi su un particolare momento di svolta nella vita di Jean-Luc Godard, interpretato da Louis Garrel, figlio di Philippe, l’ultimo erede della Nouvelle Vague.
Siamo nel 1968 e il cineasta francese, considerato come il genio intellettuale del cinema della sua generazione per aver realizzato film come il Disprezzo e Fino all’ultimo respiro, gira La Cinese con la donna che ama, Anne Wiazemsky, più giovane di lui di 20 anni. Sono felici, innamorati e affascinanti e si sposano. Ma quando il film esce, l’accoglienza che riceve porta Jean-Luc a rimettere profondamente in discussione le sue idee. Numerose persone arriveranno a chiedergli di tornare a fare “film divertenti” del genere di quelli con Jean-Paul Belmondo. Un fiasco di critica e pubblico che trova corrispondenza con quanto vissuto dallo stesso Hazanavicius dopo l’uscita di The Search nel 2014. Le proteste del maggio ‘68 non faranno che amplificare la crisi di un uomo che in cerca di ideali e per amore della rivoluzione, distruggerà tutto intorno a sé. L’incontro con il giovane Maoista Jean-Pierre Gorin spingerà rapidamente Godard a radicalizzarsi in favore di un rivoluzionario approccio collettivo. In breve tempo si allontana dal cinema, taglia i ponti con la sua rete di conoscenti, si appassiona la militantissimo. Anne sarà testimone di questa deriva e lo amerà fino a quando ne sarà capace.
di Monica Straniero
fonte: http://www.lavocedinewyork.com/arts/spettacolo/2017/10/19/il-mio-godard-il-drammatico-ritratto-di-un-cineasta-radicalizzato/