Quando Patrick Pistolesi è tornato a Roma dopo uno dei suoi viaggi in Giappone, portava con sé un taccuino pieno di appunti, qualche bottiglia rara e un’idea che gli ronzava in testa. In Giappone aveva osservato bartender che si muovevano come artigiani zen, lenti, precisi, silenziosi. “Lì il gesto diventa arte, la disciplina poesia”, racconta. “Ogni volta che torno mi accorgo che non si tratta solo di drink, ma di rispetto.”
Da quell’idea è nata The Nippon Bar Experience, una serie di otto serate che da ottobre a maggio porterà a Roma i grandi maestri della mixology giapponese, uno al mese, nel sotterraneo del Nite Kong, il bar gemello e più oscuro del suo celebre Drink Kong. Non una rassegna, ma un rituale: otto notti per raccontare un modo diverso di stare dietro a un bancone.
La prima sarà il 30 ottobre, con Tsunetaka “Tsune” Imada dell’Angel’s Share di New York, vincitore della Bacardi Legacy nel 2020. Imada rappresenta una nuova generazione di bartender giapponesi, rigidi nel metodo ma leggeri nel modo. Dietro al bancone nero del Nite Kong preparerà quattro cocktail, ognuno come un piccolo racconto. “Sarà come una cerimonia del tè,” dice Pistolesi. “Solo che al posto del matcha ci sarà gin.”
Le serate saranno a ingresso libero, dalle 22 all’una. Quattro drink, diciotto euro l’uno. Niente ticket, niente esclusività: solo la curiosità di chi vuole vedere da vicino un’arte che altrove si pratica in silenzio.
Il Nite Kong, nato nel 2023, è un rifugio notturno dove tutto è pensato per rallentare. Le luci sono basse, il suono ovattato, i bicchieri arrivano da un artigiano del vetro di Tokyo. Le proiezioni alle pareti sono curate da Studio LordZ e Purple Neon Lights: ombre, nebbie, figure che si dissolvono. “Un omaggio alla notte e alle cose belle della vita,” dice Pistolesi. Il cibo è firmato dallo chef Francesco Coltella, con piatti che si muovono tra sapori giapponesi e ingredienti italiani. Tutto dialoga, niente prevale.
Nei mesi successivi arriveranno altri nomi che, per chi vive i bar, suonano come leggende: Takuma Watanabe del Martiny’s di New York, Satoshi Sugiura di Okinawa, Shuichi Nagatomo di Fukuoka, Rogério Igarashi Vaz del Bar Trench di Tokyo, Hidetsugu Ueno del Bar High Five, Akihiro Sakoh del Sakoh Bar di Ginza e infine Yasuhiro Kawakubo, direttore dei bar del Tokyo Edition Ginza. Ognuno con la propria idea di equilibrio, con la propria maniera di servire silenziosamente la perfezione.
Pistolesi, romano, quarantasei anni, da ventisei dietro un bancone, ha fatto di Roma un punto della mappa mondiale dei bar. Il suo Drink Kong, aperto nel 2018, è stabilmente nella classifica dei World’s 50 Best Bars, al numero quaranta nel 2025. Ma a lui piace di più parlare del Nite Kong, “un luogo per chi sa ascoltare”.
The Nippon Bar Experience è il suo modo di dire grazie al Giappone, di restituire qualcosa. “Un drink non è solo una bevanda,” dice. “È un gesto. Se lo fai bene, può diventare una forma di rispetto.”

















