Nel Teatro dell’Unione di Viterbo pieno fino all’ultimo posto, tra applausi e risate, si è chiusa la nuova edizione del Premio Mattia Torre, il riconoscimento che porta avanti l’eredità del regista e autore scomparso nel 2019 e che dà voce ai giovani narratori under 35. A vincere è stato Francesco Miluzzi con La mazza, un racconto che la giuria — composta da Valerio Aprea, Giacomo Ciarrapico, Geppi Cucciari, Valerio Mastandrea e Luca Vendruscolo — ha definito “una provocazione comica e feroce sullo stato della nostra società, dove la rabbia sembra diventata il linguaggio comune”. Una scrittura diretta, ironica, che, dicono, “a Mattia sarebbe piaciuta tantissimo”.
A Miluzzi vanno 2.000 euro, la rappresentazione del testo nel programma Propaganda Live su La7 e una scultura a forma di faro realizzata dal maestro Ferdinando Codognotto e consegnata da Emma Torre.
Il Premio del pubblico è andato a Chiara Miolano per L’invasione degli attori, votata dagli spettatori in sala e premiata con una targa di Codognotto e mille euro. La menzione speciale è invece andata al giovanissimo Francesco Garofalo, 14 anni, autore de Il grande spettacolo. “In questo testo – scrive la giuria – c’è una comicità continua e raffinata, una delicatezza nonsense che si chiude con precisione. Non premiamo la giovane età, ma il talento. Anche se ci mette un po’ di cattivo umore sapere che ha solo quattordici anni.”
Organizzato dal Tuscia Film Fest insieme alla famiglia e agli amici di Torre, con il supporto del Comune di Viterbo, dell’Università della Tuscia, della SIAE e della Fondazione Roma Lazio Film Commission, il Premio ha raccolto 527 partecipanti. Il 35% donne, il 65% uomini, età media ventotto anni e mezzo. Un’Italia giovane, sparsa e piena di voci.
Le due serate finali, condotte da Geppi Cucciari, sono state una celebrazione collettiva della scrittura e dell’umorismo. Sul palco si sono alternati Alessandro Tiberi, Luca Amorosino, Margherita Vicario, Carlo De Ruggieri, Cristina Pellegrino, Massimo De Lorenzo e Giorgio Tirabassi, che hanno prestato la loro voce ai testi dei finalisti. In chiusura, Vicario ha regalato un momento musicale intimo, dedicato alla memoria di Torre.
Sabato, Tirabassi e l’Hot Club Roma – Gipsy Jazz Band hanno aperto la serata con un omaggio a Django Reinhardt, seguiti dalle letture dei testi di Torre interpretate da Valerio Aprea, Mastandrea, Cucciari e altri amici. Sul palco, Vendruscolo e Ciarrapico hanno raccontato con ironia la loro lunga collaborazione con Mattia, tra aneddoti, amicizia e nostalgia.
I sette finalisti – Giulio Armeni, Camilla Boncompagni, Ernesto Dejana, Francesco Garofalo, Filippo Maria Macchiusi, Francesco Miluzzi e Chiara Miolano – hanno portato linguaggi e percorsi diversi, ma lo stesso desiderio di raccontare il presente con onestà e ironia. Tra meme, teatro, cinema e letteratura, tutti hanno cercato di fare ciò che faceva Torre: guardare la realtà senza cinismo, ma con il coraggio di riderne.