Quando ho scoperto che Jesse Williams — sì, proprio lui, quello che per anni ha recitato da dottore in Grey’s Anatomy — avrebbe guidato una serie intitolata Hotel Costiera, ho fatto un piccolo sorriso di sollievo: finalmente niente più camici, pensavo, forse adesso lo vedremo usare un casco da motorino invece di un fonendoscopio. Non che avessi aspettative epocali, ma l’idea di vederlo girare tra terrazze e scalinate di Positano con un’aria da ex Marine mi sembrava, almeno sulla carta, un piacevole cambio di registro.
La trama di Hotel Costiera
La premessa è familiare: hotel extralusso sulla Costiera Amalfitana, una figlia dei proprietari sparita — Alice — e un protagonista, Daniel De Luca (Williams), chiamato a fare il “fixer”: risolvere casini di VIP, calmare furie da suite e, incidentalmente, ritrovare persone scomparse. È il tipo di storia che non pretende di reinventare la ruota; il suo punto di forza è piuttosto il tono, leggero ma misurato, che mescola sprazzi di commedia con sequenze d’azione calibrate.
L’incipit della serie, dal 24 settembre su Prime Video, è una piccola promessa mantenuta: Daniel in Vespa, una canzone stonata in sottofondo, un cane da recuperare e una rissa da cui esce un uomo pratico e un po’ stropicciato, non l’eroe invincibile. In quattro minuti capisci che Hotel Costiera vuole divertirti senza prendersi troppo sul serio — e spesso ci riesce. È un’impostazione da “giallo vacanziero”: mistero al contorno di cocktail, baci sotto le pergole e tensioni di famiglia in terrazza.
Jesse Williams in Hotel Costiera su Prime Video
Un giallo mediterraneo tra misteri e paesaggi mozzafiato
Jesse Williams sorregge il tutto con una prestazione che non cerca di strafare. Il suo Daniel è un mix credibile di savoir-faire e pazienza risicata: sa imbracciare i pugni quando serve, ma sa anche mediare con un ospite che vuole il suo sushi in camera alle tre del mattino. Williams dimostra un buon equilibrio tra charme e autoironia; non prende la parte a martellate, e il registro ne guadagna.
Il cast di supporto aiuta molto: Jordan Alexandra aggiunge presenza e qualche scena che regge da sola, mentre Antonio Gerardi e Sam Haygarth — sì, con nome e cognome — compongono la coppia comica inaspettata che accompagna De Luca nelle sue faccende più grossolane.
La scrittura di Francesco Arlanch (creatore) è parsimoniosa: sei episodi, nessun allungamento inutile, una trama principale chiara e alcuni “side quests” ben piazzati che introducono personaggi e curiosità senza appesantire.
Poi c’è Positano: la fotografia sfrutta la Costiera come se fosse un personaggio aggiuntivo. Le inquadrature lavano via la monotonia — scorci, terrazze, scale e panorami marini che, più che sfondo, fungono da motore emotivo. Guardare Hotel Costiera significa anche concedersi un paio d’ore di bellezza mediterranea, e questo non è un dettaglio trascurabile in tempi in cui l’ambientazione può mettere in piedi metà del fascino di una serie.
Detto ciò, non tutto è oro. Il meccanismo narrativo non brilla per originalità: il “fixer” che monta un piccolo team, affronta enigmi e passa al caso successivo è un formato consolidato. Alcuni personaggi restano un po’ più bidimensionali di quanto vorresti, e ogni tanto la sceneggiatura si affida a trovate che conosciamo già. Ma la cosa sorprendente è che, proprio grazie al ritmo snello e al filtro ironico, quei cliché suonano meno stantii del previsto.
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