Dopo oltre un decennio dal Leone d’Argento vinto al Lido per People Mountain People Sea, Cai Shangjun torna con The Sun Rises On Us All, un film che mescola la tensione morale con il melodramma contemporaneo, riflettendo sulle cicatrici del passato e sulle fragilità dell’animo umano. La storia, incentrata su Meiyun (Xin Zhilei) e Baoshu (Zhang Songwen), due ex amanti separati da un crimine e da anni di silenzio, costruisce un terreno emotivo complesso, in cui i legami, la colpa e il perdono si intrecciano senza mai ridursi a schematiche contrapposizioni.
Il film si muove con un ritmo meditativo, quasi sospeso, che lascia al pubblico la possibilità di interpretare i momenti cruciali dei personaggi. È proprio in questo spazio di ambiguità e introspezione che emerge la performance di Xin Zhilei: la sua Meiyun non è solo vittima o carnefice, ma un personaggio pienamente umano, sospeso tra rimorso, desiderio e attesa. La recitazione di Zhilei riesce a trasmettere una densità emotiva rara, facendo sentire ogni esitazione, ogni silenzio, ogni sguardo come il frutto di un mondo interiore complesso. È una performance che resiste al tempo del film, e che culmina negli ultimi dieci minuti con un impatto emotivo che resta scolpito nella memoria dello spettatore.
Accanto a lei, Zhang Songwen offre un contrappunto sottile ma essenziale, bilanciando riservatezza e fragilità con momenti di intensità narrativa, ma è Zhilei a sostenere il peso emotivo della vicenda. La fotografia di Kim Hyunseok amplifica questa resa, usando luce e inquadrature con un’eleganza che trasforma la città di Guangzhou in un palcoscenico dei sentimenti più che in semplice sfondo.
Nonostante alcune scelte narrative discutibili e una tensione che a tratti sembra comprimere la storia sotto il suo stesso peso, il film trova la sua forza nella precisione emotiva delle interpretazioni. La Coppa Volpi conferita a Xin Zhilei riconosce non solo l’intensità della sua recitazione, ma anche la capacità del cinema cinese contemporaneo di coniugare introspezione morale e narrazione cinematografica sofisticata, restituendo al Lido un’eroina del presente che parla al cuore dello spettatore senza bisogno di effetti o enfasi artificiose.