Preparate le orecchie e lucidate gli stivali da palco: il 16 luglio Rock in Roma ospita The Black Keys, duo leggendario di Akron che ha riscritto le regole del rock moderno. Sei Grammy, un Brit Award e recensioni entusiastiche da parte di Rolling Stone, Uncut e Associated Press non sono solo medaglie sul petto: sono la prova vivente che Dan Auerbach e Patrick Carney sono ancora tra i più grandi.
Il concerto romano arriva sull’onda lunga di “Ohio Players (Trophy Edition)”, l’edizione deluxe del loro dodicesimo album. Dentro ci trovate collaborazioni di peso: Beck, Alice Cooper, Noel Gallagher, Dan the Automator, Greg Kurstin, Juicy J… e perfino una sorpresa in spagnolo, “Mi Tormenta”, cantata con DannyLux, che ha portato per la prima volta la lingua latina nel sound dei Keys. Il disco è già una bomba internazionale: numero 1 nelle classifiche rock e alternative, top 5 nelle Billboard Charts, top 20 nel Regno Unito e in mezza Europa.
“Ohio Players” è un party psichedelico nato da vere feste analogiche — quelle in cui si ascoltano vinili e si scrivono canzoni con gli amici. Rolling Stone lo ha definito il lavoro più compatto e ispirato della band: un viaggio musicale che passa da Memphis a Manchester, mescolando groove anni ’70, distorsioni anni ’90 e l’anima blues del Midwest.
Ma chi sono davvero The Black Keys? Nati nel 2001 nei garage dell’Ohio, hanno iniziato tra club fumosi e volumi impazziti, e sono arrivati a dominare le arene mondiali. Con dischi come Brothers, El Camino, Turn Blue e Delta Kream, hanno tenuto vivo il cuore del rock’n’roll, tra riff taglienti, ritmi nervosi e un’energia da palcoscenico che non perdona.
Il 16 luglio a Roma non sarà solo un concerto. Sarà un rito collettivo, un’onda di fuzz e batteria, un ritorno al suono crudo e diretto che fa alzare la polvere e abbassa il cielo.
Se volete esserci, sapete dove trovare i biglietti. E questa volta, niente scuse.