Elena è il racconto di un’assenza che pesa come una presenza. Un viaggio nella memoria di una donna che, dietro il mito, è prima di tutto una persona: Elena, non più giovane, non più regina, ma semplicemente se stessa. Sul palcoscenico del Teatro Torlonia, dal 30 gennaio al 2 febbraio, prende forma un dialogo silenzioso tra il passato e il presente, tra la bellezza e il rimpianto, tra il desiderio e la realtà.
Il testo di Ghiannis Ritsos, con la sua scrittura densa e poetica, restituisce un’Elena che parla attraverso i ricordi, che si aggrappa a frammenti di un passato dorato che ormai sbiadisce, eppure non smette di bruciare. Elena Arvigo porta in scena questa tensione interiore con una sensibilità che scava nell’intimità del personaggio, portando alla luce le contraddizioni di una figura tanto iconica quanto fragile. Insieme a lei, Monica Santoro accompagna la narrazione con una presenza che arricchisce la scena di sfumature musicali e interpretative.
Non c’è eroismo in questa Elena, non c’è trionfo. C’è solo il racconto di una donna che cerca di riconciliarsi con le scelte che non ha fatto, con la guerra che ha scatenato e con un amore che forse non ha mai davvero vissuto. “Elena” non è solo uno spettacolo, è una riflessione sulla condizione femminile, sulle proiezioni che la società impone, sulle aspettative che si scontrano con la realtà della vita.
Lo spettacolo, già presentato in prima nazionale al Teatro Out Off di Milano e al festival di Taranto, si inserisce nel progetto “Le Imperdonabili”, ideato da Elena Arvigo per raccontare le storie di donne fuori dagli schemi, scomode, capaci di mettere in discussione le narrazioni dominanti.
Ma chi è davvero Elena? È la donna che la storia ci ha tramandato, o è un’altra, meno mitica e più reale, fatta di rimpianti, di momenti di luce e di ombra? Il monologo, che si dipana in un flusso di parole, immagini e silenzi, restituisce un’umanità cruda e al tempo stesso poetica, con cui il pubblico non potrà fare a meno di confrontarsi. La regia di Elena Arvigo sceglie un approccio minimale, asciutto, quasi a voler lasciare spazio solo alla parola e ai suoi echi, alle pause dense di significato, agli sguardi che dicono più di mille frasi.
La scenografia, curata con attenzione da Elena Arvigo e Maria Alessandra Giuri, è un paesaggio di oggetti sospesi tra sogno e realtà, mentre le luci di Luigi Chiaromonte ed Elena Arvigo creano un’atmosfera che esalta la dimensione intima e allo stesso tempo universale del racconto. Le musiche, selezionate con cura, accompagnano lo spettatore in questo viaggio emotivo, sottolineando i passaggi più intensi e lasciando emergere il non detto.
Nel cuore di “Elena” c’è la consapevolezza del tempo che scorre inesorabile, del desiderio di trovare un senso quando ormai tutto sembra sfuggire di mano. Ed è proprio in questo fragile equilibrio tra passato e presente che lo spettacolo trova la sua forza, restituendo al pubblico non solo la storia di un personaggio mitico, ma la storia di ogni donna che ha dovuto affrontare le proprie scelte e le proprie battaglie.
Prenotazioni disponibili su www.teatrotorlonia.it