C’è qualcosa di magico nel circo, qualcosa che non smette mai di parlare al bambino che ci portiamo dentro. OPS!2025 arriva a Roma con questo spirito: non solo uno spettacolo, ma un modo per guardare il mondo con occhi nuovi. Si comincia il 27 dicembre, ma già si respira l’aria del grande evento. È il Circo El Grito che guida la carovana, quello di Giacomo Costantini e Fabiana Ruiz Diaz, i due visionari che da anni stanno riscrivendo le regole del circo contemporaneo. Per loro, il circo è più di un’arte: è una lingua universale, una mano tesa verso l’altro.
L’auditorium Parco della Musica e il Teatro Vascello diventano casa per dieci giorni. Qui si intrecciano acrobazie, poesia, musica dal vivo e storie che sembrano uscite da un sogno. Ogni spettacolo è diverso, ma tutti portano lo stesso messaggio: un invito a rallentare, a immaginare, a farsi stupire di nuovo.
OPS!2025 è un programma che non ha paura di rischiare. Si parte con Flora, la nuova creazione del Duo Kaos. La loro sfida è sempre stata questa: danzare con il rischio, con il vuoto, e creare momenti che ti tolgono il respiro. Li troverete al Teatro Vascello fino al 31 dicembre.
Poi c’è il Teatro Necessario, che arriva all’Auditorium il 29 e 30 dicembre con Clown in libertà. Loro non si prendono sul serio, ma sanno prendersi cura del pubblico come pochi altri. È un’ora di risate, di giochi, di quei momenti in cui ti scordi tutto il resto.
Dal 2 al 6 gennaio, invece, il circo alza l’asticella: arriva il Gran Gala internazionale. Artisti da ogni angolo del mondo si incontrano all’Auditorium per dimostrare cosa vuol dire trasformare il proprio corpo in poesia. E al Teatro Vascello, nello stesso periodo, torna Luz de Luna: un lavoro di Fabiana Ruiz Diaz che non è solo uno spettacolo, ma un atto d’amore verso il circo e verso la vita.
Quando parli con Giacomo Costantini, capisci subito che il circo per lui non è mai stato una scelta. È stato inevitabile, come un’onda che ti spinge lontano dalla riva. «Il nostro lavoro – dice – è portare la meraviglia dove non c’è. Fare il circo vuol dire vedere quello che gli altri non vedono e mostrarlo con le mani, con il corpo, con il cuore».
Fabiana Ruiz Diaz aggiunge che OPS!2025 non è solo una rassegna, ma una visione: «Vogliamo far incontrare persone che non si sarebbero mai incontrate, mescolare linguaggi, attraversare i confini tra le arti e tra le generazioni. Questo è il nostro regalo a Roma».
C’è una cosa che il circo sa fare meglio di chiunque altro: ricordarti che la bellezza è dappertutto, se solo sai dove guardare. OPS!2025 è questo. Non solo un modo per festeggiare il Natale, ma un momento per fermarsi e immaginare. Non so voi, ma io ci andrò. Andrò a vedere gli acrobati volare, i clown che suonano la fisarmonica, e quei pochi che sanno ancora raccontare una storia che vale la pena ascoltare. Forse ci vedremo lì. Forse rideremo insieme. Ma una cosa è certa: torneremo a casa con qualcosa di più leggero nel cuore.