Dal 23 novembre 2024, il Palazzo delle Esposizioni di Roma accoglierà una straordinaria retrospettiva dedicata a Francesco Clemente, intitolata Anima Nomade. Questa mostra rappresenta un evento unico per l’Italia, sia per la quantità che per l’importanza delle opere esposte, che spaziano dalle celebri Tents, mai più mostrate dal 2013, ai maestosi wall painting creati appositamente per l’occasione. Curata da Bartolomeo Pietromarchi e promossa dall’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e Azienda Speciale Palaexpo, l’esposizione si presenta come una grande installazione che si snoda senza interruzioni nelle eleganti sale del piano nobile del Palazzo.
Il percorso espositivo è una celebrazione della poetica di Clemente, artista nomade per eccellenza, il cui lavoro si nutre di un ricco immaginario simbolico e di una profonda sensibilità diaristica. La sua arte, influenzata dalle tradizioni orientali e dalla letteratura, trasporta i visitatori in un universo estetico che mescola il metafisico con il lirico, intrecciando riferimenti spirituali, erotici e autobiografici. Ogni opera si configura come una finestra su un sé in costante mutamento, capace di assorbire culture e identità diverse.
Le sei Tende, tra le opere centrali della mostra, rappresentano rifugi simbolici per un’esistenza errante. Realizzate con materiali preziosi e decorate con immagini iconografiche potenti, incarnano temi profondi come la verità, il potere e la spiritualità. Ad esempio, la Tenda della Verità esplora la connessione tra corpo e spirito attraverso motivi intuitivi e mitologici, mentre la Tenda del Pepe richiama la storia e il paesaggio del Kerala, evocando viaggi e commerci antichi. La Tenda del Diavolo, invece, affronta il tema del potere e della corruzione, combinando immagini medievali e contemporanee in una narrazione provocatoria e simbolica. Ogni tenda è un microcosmo, carico di memorie personali e collettive, in cui la pittura si fonde con l’artigianato, il mito con la riflessione sociale.
Le dodici Bandiere, sospese nella grande sala bianca del museo, offrono una prospettiva diversa. Dipinte su entrambi i lati, presentano da una parte figure simboliche e dall’altra aforismi ispirati a La società dello spettacolo di Guy Debord. Questi lavori esplorano la dicotomia tra realtà e rappresentazione, tra arte e vita, invitando il pubblico a immergersi in un dialogo poetico tra immagine e parola.
Il ciclo di dipinti murali intitolato Oceano di storie, realizzato direttamente sulle pareti del museo, chiude idealmente il percorso. Questi murali, imponenti ma destinati a scomparire alla fine della mostra, evocano l’effimero e la caducità della memoria. Con un’intensa gamma cromatica che varia dal rosso “sangue di bue” alle tonalità più chiare, Clemente celebra la bellezza della creazione artistica come un processo transitorio, quasi meditativo.
Francesco Clemente, artista nato a Napoli ma cosmopolita per vocazione, ha attraversato geografie e culture, esplorando tecniche che spaziano dall’affresco all’acquerello, dall’olio alla scultura. Influenzato dalle filosofie orientali e dalla letteratura occidentale, ha collaborato con poeti come Allen Ginsberg e artisti come Jean-Michel Basquiat e Andy Warhol, creando un dialogo tra discipline e mondi apparentemente distanti. La sua arte è un viaggio continuo, un’esplorazione dell’identità come processo fluido, frammentario e in costante trasformazione.
La mostra al Palazzo delle Esposizioni non è solo una celebrazione del talento di Clemente, ma un’immersione totale nel suo universo nomade, un invito a perdersi e a ritrovarsi in un racconto fatto di simboli, colori e sensazioni. “Anima Nomade” è una riflessione poetica sul movimento, sull’impermanenza e sulla possibilità di scoprire nuove forme di verità attraverso l’arte.