Clint Eastwood, 94 anni e nessuna intenzione di appendere la cinepresa al chiodo, è una leggenda che non ha bisogno di introduzioni. La sua carriera ha attraversato più decenni di quanti molti registi possano sognare, e con Giurato numero 2 , nei cinema dal 14 novembre, sembra volerci regalare un’ultima riflessione – ma attenzione a chiamarlo testamento, perché il cowboy più coriaceo di Hollywood potrebbe avere ancora un colpo in canna.
Il regista ha affrontato il tema dell’ingiustizia già in Changeling e in Richard Jewell, ma Giurato numero 2 è di gran lunga più potente di tutti e due quei film messi insieme. Tutto inizia come il classico legal thriller americano: Justin Kemp, interpretato da un sorprendente Nicholas Hoult, è un cittadino qualunque che riceve la temuta convocazione per fare il giurato. La sua vita è già abbastanza complicata, con una moglie in dolce attesa e un passato da alcolista ancora fresco. Ma mentre il caso si dispiega, Justin realizza che la sua coscienza è sotto processo tanto quanto l’imputato, un ex membro di una gang accusato di aver ucciso la fidanzata dopo una violenta lite. Molti testimoni l’hanno visto urlarle contro e rompere bottiglie vicino a lei. Quando lei se n’è andata, lui l’ha seguita e il mattino dopo è stata trovata morta vicino al bar. Per gli altri è un caso già risolto, invece Justin vede la sua vita scorrergli davanti agli occhi: anche lui era in quel bar la stessa sera, ed è convinto di aver colpito un cervo guidando verso casa.
Il film è un’indagine su come un sistema giudiziario imperfetto possa essere reso ancora meno perfetto dagli esseri umani che lo gestiscono. Eppure, Eastwood si interessa più a dare il beneficio del dubbio che a incolpare qualcuno. Anche nei momenti più oscuri, Eastwood e lo sceneggiatore Jonathan Abrams ci invitano a considerare che i nostri nemici forse stanno solo cercando di sopravvivere, pur ricordandoci quanto facilmente possiamo allontanarci dai nostri ideali. “Giurato numero 2” celebra un’umanità piena di difetti, di scelte sbagliate e di seconde possibilità. In fondo, Clint non ci ha mai raccontato storie di eroi. Ci ha sempre mostrato uomini e donne che cercano di essere migliori, pur sapendo che non sempre ci riusciranno.
“Giurato #2” come canto del cigno? Eastwood è un osso duro, e a quanto pare non ha ancora detto tutto. Nonostante le voci di un suo ritiro, Clint non si è rifugiato in un ranch per contemplare i suoi trofei. Anzi, pochi mesi fa è stata diffusa una foto autentica che lo ritrae mentre esamina nuovi copioni, con quella stessa serietà che ha reso celebri i suoi personaggi.