Portobello di Marco Bellocchio sarà la prima serie televisiva prodotta da Our Films, in collaborazione con Kavac Film, e coprodotta da Arte France, con la partecipazione di The Apartment Pictures, parte del gruppo Fremantle. Non si tratta solo di una nuova produzione televisiva, ma di un progetto dal forte impatto culturale, un viaggio nelle pieghe oscure della cronaca e della giustizia italiana, guidato dal regista di Rapito. Le riprese, già in corso a Roma, si sposteranno presto in Sardegna, Campania e Lombardia, ampliando l’orizzonte visivo di una storia tanto intima quanto universale.
Enzo Tortora, il protagonista della serie, è stato una delle figure più emblematiche della televisione italiana. Conduttore del celebre programma Portobello, andato in onda per la prima volta nel 1977, divenne un volto amato dal pubblico per il suo stile garbato e diretto, capace di trasformare la televisione in uno specchio della vita reale. Il format del programma era rivoluzionario: i telespettatori potevano telefonare in diretta per vendere oggetti, cercare persone perdute o presentare invenzioni bizzarre. Tortora, con il suo inconfondibile tono pacato e ironico, riusciva a orchestrare queste scene di vita quotidiana come fossero teatro dell’assurdo, mescolando serietà e leggerezza. Ma dietro la sua figura pubblica si celava un uomo rigoroso, sensibile e politicamente impegnato.
Tutto cambiò nel 1983, quando Tortora venne coinvolto in un’inchiesta giudiziaria che avrebbe segnato uno dei capitoli più clamorosi e controversi della giustizia italiana. Accusato da alcuni pentiti di essere un membro della Nuova Camorra Organizzata, dedito al traffico di droga, venne arrestato in modo plateale. Le immagini del suo fermo, trasmesse in diretta televisiva, fecero il giro del Paese, scioccando milioni di spettatori che fino a quel momento lo avevano conosciuto solo attraverso il piccolo schermo. Da quel giorno, iniziò per Tortora un lungo calvario giudiziario che lo vide prima condannato e poi, solo dopo anni di lotte legali, assolto con formula piena. Fu una vicenda che sollevò forti interrogativi sul sistema giudiziario italiano e sui meccanismi di accusa basati esclusivamente sulle dichiarazioni dei pentiti.
Marco Bellocchio, il regista, ha scelto di riportare questa storia alla luce in un formato che gli consenta di approfondirla in modo esaustivo: una serie in sei episodi. Con la sua inconfondibile abilità di scavare nelle psicologie dei personaggi e nelle dinamiche del potere, Bellocchio si prepara a raccontare un Tortora non solo come vittima, ma come uomo in lotta. “Non ne farò un santino,” ha dichiarato il regista. “Voglio scavare dentro di lui, esplorare le sue fragilità e le sue ombre. Tortora era un uomo complesso, un lottatore che ha pagato con la salute e la vita le sue battaglie. Un film non sarebbe bastato per raccontare la sua odissea.”
Tortora era noto per la sua determinazione e il suo coraggio. Durante gli anni del processo, nonostante la gogna mediatica e l’ingiustizia subita, mantenne un atteggiamento dignitoso, rifiutandosi di cedere alla disperazione. Una sua celebre frase, pronunciata in tribunale, riecheggia ancora oggi: “Sono innocente, lo griderò fino alla morte.” Quella che per molti sarebbe stata una condanna a un silenzio imposto, per lui si trasformò in una resistenza verbale e morale che lo accompagnò fino alla sua assoluzione. Ma quella vittoria arrivò troppo tardi: la sua salute, già minata dagli anni di sofferenza, non gli permise di godere pienamente della libertà ritrovata. Morì poco tempo dopo, lasciando dietro di sé una scia di amarezza e riflessioni sulla fragilità del sistema giudiziario.
Il cast della serie è stato selezionato con grande cura. Fabrizio Gifuni, che interpreterà Tortora, è considerato uno degli attori più intensi e raffinati del panorama italiano, capace di portare sullo schermo una profondità emotiva che ben si sposa con il tormento interiore del conduttore. Accanto a lui, Lino Musella, Romana Maggiora Vergano, Barbora Bobulova, Alessandro Preziosi e Fausto Russo Alesi, ognuno scelto per portare un contributo unico alla narrazione.
Dietro la sceneggiatura ci sono nomi di primo piano: oltre a Marco Bellocchio, Stefano Bises, Giordana Mari e Peppe Fiore hanno contribuito a strutturare un racconto che non si limita a ripercorrere i fatti, ma cerca di entrare nelle pieghe più intime della personalità di Tortora, esplorando le tensioni sociali, politiche e culturali di quegli anni.
Portobello tenterà di restituire dignità e giustizia a una figura che, pur avendo vinto la sua battaglia legale, è stata segnata da un destino ingiusto. La serie arriverà prossimamente sia al cinema che in televisione, promettendo di far rivivere, con tutta la complessità del caso, uno dei capitoli più dolorosi e simbolici della storia italiana.