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“Woman of…”, la ricerca dell’identità nella moderna Polonia

Al Biografilm Festival, il nuovo lungometraggio di Malgorzata Szumowska e Michal Englert.

Monica Straniero by Monica Straniero
20 Giugno 2024
in Cinema
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Woman of

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Woman Of..., esplora  il percorso di una donna transgender alla ricerca della sua libertà personale sullo sfondo di una Polonia in trasformazione dal comunismo al capitalismo. Presentato in anteprima al Biografilm festival, i registi Malgorzata Szumowska e Michal Englert raccontano che il film è frutto di anni di lavoro e dell’incontro con numerose persone transgender in Polonia. Aniela vive più della metà della sua vita adulta in una cittadina polacca presentandosi come uomo, affrontando difficoltà nel matrimonio, nella genitorialità e nel rapporto con la famiglia e la società, che spesso la mettono in situazioni impossibili.

“il titolo “Woman Of...” è un chiaro riferimento ai film di Andrzej Wajda come Uomo di marmo e Uomo di ferro”, ci dicono i registi. “Abbiamo scelto questo titolo perché riteniamo che il nostro film rifletta un momento significativo della storia polacca, simile a quello rappresentato nei film di Wajda. Il cinema oggi sta evolvendo verso nuove forme di narrazione, e noi abbiamo voluto mantenere vivo il confronto con i temi classici trattati da Wajda”.

Come avete affrontato la questione del casting per il ruolo di Aniela, considerando le difficoltà nel trovare un’attrice transgender con formazione attoriale in Polonia?

Il casting per il ruolo di Aniela è stato uno dei nostri compiti più delicati. Purtroppo, in Polonia l’educazione attoriale non è ancora aperta alle persone con espressione di genere non eteronormativa. Insieme  ai nostri consulenti transgender, abbiamo scelto l’attrice cis Małgorzata Hajewska-Krzysztofik per il ruolo di Aniela, con la speranza che potesse trasmettere autenticamente la verità della sua storia. È stato un passo importante per noi, e siamo grati per il contributo di tutti i consulenti e attori transgender che hanno collaborato al film.

Come vi aspettate che il film contribuisca ai diritti LGBTQ+ in Polonia e oltre?

“La situazione dei diritti LGBTQ+ in Polonia è un tema cruciale che il nostro film tocca profondamente. Secondo ILGA-Europe, la Polonia è uno dei paesi più omofobi e transfobi dell’Unione Europea, con politiche che spesso limitano i diritti fondamentali delle persone LGBTQ+. Speriamo che il nostro possa sensibilizzare il pubblico su queste questioni, stimolare la discussione e, soprattutto, promuovere un maggiore sostegno per cambiamenti legislativi che garantiscano una vita dignitosa per tutte le persone transgender e LGBTQ+”.

Avete menzionato di aver lavorato con consulenti trans per garantire l’autenticità dell’interpretazione del personaggio

“All’inizio abbiamo collaborato con due persone, una delle quali è una giovane donna trans e l’altra un uomo trans. Angela e Anno sono stati con noi tutto il tempo e hanno aiutato gli attori a prepararsi per i loro ruoli. Gli attori hanno passato settimane con i nostri consulenti per comprendere meglio le questioni di genere”.

Avete adottato diversi stili visivi nei vari periodi della vita del personaggio. Potreste spiegare questa scelta stilistica

“In questo modo abbiamo potuto evidenziare i differenti stati d’animo della protagonista e le sfide che si è trovata ad affrontare nel suo percorso di accettazione della sua identità fuori e dentro il contesto famigliare. Ogni periodo della vita di Aniela è caratterizzato da una serie di cambiamenti emotivi, sociali e personali, e volevamo che il nostro approccio visivo riflettesse queste transizioni.

Ad esempio, abbiamo utilizzato tonalità più fredde e angoli di ripresa più rigidi per rappresentare i momenti di maggiore conflitto e isolamento, come i primi anni della sua vita adulta quando viveva ancora come uomo in una società poco comprensiva. Al contrario, i periodi in cui Aniela comincia ad accettare e a vivere la sua identità di genere sono accompagnati da colori più caldi e inquadrature più aperte, per simboleggiare la crescita della sua autostima e l’ampliamento delle sue prospettive”.

L’uso di diversi stili visivi  ha permesso ai registi di sottolineare le varie epoche storiche e i cambiamenti sociali che la Polonia ha attraversato nel corso degli anni.

“I colori sbiaditi riflettono gli anni del comunismo, per evocare una sensazione di oppressione e staticità, per passare a toni più vividi e dinamici nel periodo della transizione al capitalismo, riflettendo non solo i cambiamenti economici, ma anche le nuove opportunità e le sfide che ne derivano. In questo modo il film non é solo un racconto personale, ma anche un ritratto della trasformazione di un intero paese.

Tags: Biografilm FestivalcinemaLGBTQ+transwoman of
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